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Cronaca

Emergenza profughi palestinesi, si organizza una rete di solidarietà: "Ma le istituzioni possono fare di più"

Federico Giacobbe, consigliere municipale della Val Bisagno e presidente di Più Europa Genova racconta quanto fatto nelle ultime settimane da alcuni volontari

Si è attivata anche a Genova una rete di solidarietà per aiutare mamme e bambini palestinesi provenienti da Gaza nell'ambito del protocollo della Comunità Internazionale per le emergenze. Federico Giacobbe, consigliere municipale in Media Val Bisagno e presidente di Più Europa Genova, racconta alcune delle iniziative intraprese nelle ultime settimane e lancia un appello alle istituzioni chiedendo di fare qualcosa in più. 

"Alcuni bimbi - spiega Giacobbe - sono ricoverati al Gaslini in gravissime condizioni e si teme per la loro vita, in generale le condizioni psico fisiche sono pessime perché si tratta di persone che sono dovute scappare senza nulla e con il trauma di familiari morti sotto le bombe. Appena si è saputo della loro presenza in città si è subito attivato un gruppo di professoresse che si sono messe a disposizione per fornire assistenza e hanno dato la disponibilità a inserire i bambini nelle varie scuole genovesi. Venuto a conoscenza di questa situazione mi sono subito messo in contatto con loro e insieme stiamo cercando di aiutarle in ogni modo, ieri abbiamo portato a una di loro, che ha il figlio ricoverato al Gaslini, del cibo e un abbonamento dell'Amt che ho offerto personalmente per consentirle di raggiungere ogni giorno l’ospedale".

Secondo Giacobbe le istituzioni dovrebbero fare qualcosa in più: "La macchina ufficiale degli aiuti questa volta sta facendo un po’ di fatica - sostiene il presidente di Più Europa Genova -, non sono ancora state trovate soluzioni abitative degne e la maggior parte dei profughi risiede nell'ostello di Righi che viene sempre proposto nelle emergenze, come in occasione dell'incendio di via Piacenza e del palazzo evacuato in via Terpi, una struttura che si trova però in condizioni igieniche e di sicurezza complicate. Inoltre - afferma ancora Giacobbe - pare che ci siano alcune difficoltà nell'inserimento di alcuni bambini nelle scuole prima di settembre e questo sta causando un disagio e un deficit sul piano didattico". 

"Ricordo - prosegue il presidente di Più Europa Genova - che si tratta di persone con lo status di profughi di guerra, che sono state inviate nella nostra città, non hanno chiesto di venire a Genova e non sono venute di loro spontanea volontà. Questo impone una serie di diritti e doveri che secondo noi sono al momento carenti. La speranza è che non ci siano condizionamenti ideologici, perché sarebbe grave. Quando si è trattato dell’emergenza Ucraina, giustamente, c’è stata una mobilitazione molto funzionale e tutti ci siamo sentiti giusti e orgogliosi perché abbiamo fatto quello che dovevamo fare, anche questa volta Genova deve muoversi in modo altrettanto efficace. Colgo l’occasione - conclude  Giacobbe - anche per invitare tutti i cittadini il 29 maggio alle ore 19 ai Luzzati dove con il Cesto ho organizzato un collegamento da Israele e dalla Palestina con l’associazione 'Parents circle' composta da genitori e parenti Israeliani e Palestinesi delle vittime delle guerre con cui dialogheremo e raccoglieremo delle offerte".

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