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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sampierdarena / Via Enrico Porro

In zona rossa secondo giorno di rientri: al Bic le vite di chi ha perso tutto

Nonostante qualche raffica di vento, il meteo sembra assistere gli sfollati, che da giovedì mattina hanno iniziato a entrare nelle case per recuperare i loro oggetti personali

Sono iniziate in perfetto orari, intorno alle 8.30, le operazioni di recupero dei beni degli sfollati della zona rossa: dopo la prima, difficile giornata piena di emozioni e una notte di riposo, in via Porro i vigili del fuoco sono tornati a dirigere le spedizioni dei residenti, che valigie alla mano sono rientrati per la prima volta dopo oltre 2 mesi nei loro appartamenti per recuperare quanto di più caro (sia dal punto di vista affettivo sia da quello economico) hanno.

Venerdì tocca ancora una volta ai civici 5, 6, 11 e 16 di via Porro: due persone per famiglia negli appartamenti, tre vigili del fuoco per aiutarti a scegliere gli oggetti e caricarli nelle 50 scatole di cartone messe a disposizione dal Comune, due ore di tempo per raccogliere una vita. E le reazioni emotive e psicologiche sono pesantissime, come dimostra la presenza dei volontari dell’associazione Psicologia per l’Emergenza in zona. A loro, così come ai vigili del fuoco, alla protezione civile e ai membri del comitato sfollati di via Porro, si sono appoggiati gli sfollati in attesa di rientrare nei palazzi, pieni di ansie, timori, dolore all’idea di poter finalmente tornare a casa soltanto per doverla lasciare due ore dopo, più spoglia ma piena di ricordi.

Il giorno dei rientri, immagini e testimonianze dalla zona rossa. Video

Tra i primi a entrare, giovedì mattina, sono state Giusy Moretti con la figlia Manuela, volti e voci, sopratutto sui social, del calvario iniziato il 14 agosto: le loro riflessioni sul dolore, la nostalgia, la rabbia e la frustrazione provate nel chiudersi nuovamente il protone alle spalle, incerte su quando sarà possibile rientrare in casa almeno un’altra volta (gli accessi massimi previsti dal Comune sono 3, per adesso), hanno ricevuto decine di commenti e condivisioni, raccogliendo solidarietà da ogni angolo del Web.

«L’adrenalina è subentrata alla tristezza, preparo scatole su scatole, imbusto roba a caso, fascio le tazze, salgo sulla scala per prendere alcuni libri, scendo, controllo mia mamma cosa fa e come sta, riprendo freneticamente a recuperare ricordi, oggetti, pezzi di vita», scrive Manuela facendo la cronaca di due ore in cui ha concentrato 30 anni, mentre mamma Giusy osserva la via «sparpagliata in scatole e valige. Non ho preso tutto quello che volevo. Io volevo ritornare, e vivere nella mia casa. Come è e dovrebbe essere per tutti. Io, lì, ci stavo bene».

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Le scatole sono state trasferite al Bic di Campi, diventato il contenitore centinaia di vite rimaste sospese e poi ricostruite pezzo per pezzo: resteranno lì sino a quando i proprietari degli oggetti non saranno in grado di organizzarsi per recuperarli e portarli nelle nuove case, ed è anche per questo che sui social è partito il tam tam solidale per fornire agli sfollati aiuti concreti per i traslochi. Tra i primi a muoversi c’è il Cral-Amt, con i tranvieri solidali che si sono messi a disposizione per raccogliere adesioni da parte di chi è in grado di fornire un mezzo di trasporto in grado di contenere gli scatoloni, ma su diversi gruppi iniziano ad arrivare le offerte di aiuto. Le operazioni durano in totale 13 giorni, e meteo permettendo i primi accessi dovrebbero concludersi il 30 ottobre. 

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