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Cronaca Albaro / Corso Italia

Scolmatore del Fereggiano, dietrofront sul ricorso al Tar: proseguono i lavori

A tre settimane dal deposito del ricorso, gli 8 residenti di corso Italia fanno marcia indietro e rinunciano a discutere la sospensiva, riservandosi di tornare all'attacco se l'ecomostro non venisse abbattuto nei tempi concordati

A tre settimane dal deposito del ricorso al Tar contro lo scolmatore del Fereggiano, gli 8 residenti di corso Italia che l’hanno firmato fanno marcia indietro annunciando l’intenzione di non procedere oltre in sede legale, almeno sino a quando non scadrà il termine fissato dall’amministrazione per lo smantellamento della gigantesca piattaforma in cemento costruita all’altezza dei bagni Squash per coprire il cantiere.

I firmatari del ricorso hanno dato mandato ai rispettivi avvocati per la rinuncia alla discussione della sospensiva, fissata proprio per oggi. Un atto che, in estrema sintesi, consente ai lavori di proseguire regolarmente, anche se gli 8 si riservano la possibilità di tornare all’attacco nel momento in cui il cosiddetto “ecomostro” non venisse abbattuto nei termini, e cioè entro agosto 2018: un atto di fiducia verso il Comune, hanno spiegato, ribadendo che da parte loro mai ci sarebbe stata l’intenzione di fermare i lavori per un’opera così importante e tanto attesa per la città, neppure «per un giorno, un’ora, un minuto».

«Ci preoccupiamo del rispetto dei tempi e delle clausole contrattuali al fine di restituire, una volta terminati i lavori, dignità a un’area sottoposta a duplice vincolo storico-paesaggisticodal Ministero dei Beni Culturali e dalla stessa Legge, hanno fatto sapere gli 8 ricorrenti in una nota diffusa dagli avvocati, aggiungendo che È’ importante infatti che alla città tutta venga garantito il ripristino tal quale del tratto di costa e spiaggia oggetto dei lavori e che non ci siano dubbi sull’utilizzo temporaneo della struttura di copertura al cantiere, riconsegnando così a tutti i genovesi nella sua integrità, uno dei luoghi più amati e frequentati per  bellezza e storicità».

L’annuncio arriva a poche settimane dalle proteste e dalla manifestazione pro scolmatore cui hanno partecipato centinaia di genovesi, organizzata in corso Italia dal consigliere comunale del Pd Alberto Pandolfo, uno fra i primi a esprimere soddisfazione per il dietrofront: «Se pensavamo di essere in “tutta la città” meno qualcuno, ora forse è chiaro che è “tutta la città” a ritenere che i lavori per la messa in sicurezza idrogeologica non possono attendere nemmeno un minuto”, ha fatto sapere commentando la mancata discussione programmata per oggi al Tar  e sottolineando l’importanza del rispetto dei tempi e delle norme nello svolgimento dei lavori: «Da parte mia proseguo a vigilare. Ho presentato un'interrogazione in Consiglio comunale per la prossima seduta, poiché ho appreso che un errore sull'appalto dei lavori della copertura del Torrente Bisagno (uno degli altri importanti cantieri aperti in città), può ritardarne la realizzazione, in corso da anni e già oggetto, fra l'altro in passato, di ricorso».

Soddisfazione anche da parte dell’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Gianni Crivello, uno dei tanti rappresentanti delle istituzioni che hanno preso parte alla manifestazione dello scorso 19 gennaio: «In questo modo si risparmia alla città un contenzioso legale attorno a un’opera di indiscutibile urgenza e necessità. L’amministrazione comunale ha semplicemente confermato e ribadito ciò che era  già chiaramente previsto nel progetto esecutivo dei lavori e che era stato comunicato ai cittadini: temporaneità della struttura di copertura del cantiere e restituzione del litorale alla fruizione di tutti i genovesi  una volta ultimati i lavori. Non da oggi l’Amministrazione  è impegnata a garantire trasparenza e informazione su tutti gli atti e i progetti  ed è disponibile a  confrontarsi  con le diverse istanze in uno  spirito costruttivo».

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