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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Santo Stefano d'Aveto

Ingerisce esca avvelenata, cane muore fra le braccia del suo padrone

Dopo recenti segnalazioni, Alma, addestrato in Spagna proprio per la ricerca di esche avvelenate, accompagnato dal suo padrone, carabiniere Forestale, ha percorso alcuni sentieri intorno a Santo Stefano D'Aveto alla ricerca di esche avvelenate

Venerdì 19 ottobre 2018 il Nucleo Antiveleno della stazione Bosco di Corniglio (Parma) e i carabinieri Forestali della stazione di Santo Stefano D'Aveto hanno effettuato un'ispezione all'interno di alcune aree (località Casafredda e Alpicella) in cui erano stati segnalati bocconi avvelenati.

Recentemente nei boschi della zona, un giovane cane da caccia, dopo aver ingerito una sostanza letale messa in un'esca, è deceduto tra gravi sofferenze tra le braccia del suo padrone. Un altro cane di nome Alma, addestrato in Spagna proprio per la ricerca di esche avvelenate, accompagnato dal suo padrone, carabiniere Forestale, ha percorso alcuni sentieri e, con il suo fiuto, ha bonificato l'area dall'eventuale presenza di altre esche avvelenate.

La pratica di usare bocconi avvelenati era in uso dai tempi in cui vigeva la vecchia legge sulla caccia secondo la quale era previsto uccidere gli animali “nocivi”, così definiti, ovvero i carnivori ritenuti competitori sia per le prede da cacciare che per il bestiame al pascolo. Oggi quelle stesse specie un tempo definite “nocive” (lupi, aquile, orsi, ecc.) sono invece particolarmente protette dalle vigenti norme sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio (L.157/1992).

All'epoca questa pratica era considerata lecita ma oggi è una pratica vietata dalla legge: per prevenire e contrastare il fenomeno il ministero della Salute infatti ha emanato l'ordinanza 13 giugno 2016, annualmente prorogata, che impone il divieto di utilizzo e di detenzione di esche e bocconi avvelenati.

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