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Cronaca Sampierdarena / Piazza Vittorio Veneto

Sampierdarena, il grido di aiuto dei commercianti. Garassino: «Presto un patto d’area»

I residenti e i titolari di attività commerciali sempre più in balia del degrado e della microcriminalità. L'assessore alla Sicurezza promette provvedimenti

«La situazione è sempre più difficile: nessuno vuole più investire nel nostro quartiere, e chi ha già un’attività fatica a sopravvivere e ad andare avanti»: Ylenia Bardino, 30 anni, è la titolare della tabaccheria che si affaccia su piazza Vittorio Veneto, ed è anche una degli ormai pochi residenti che continuano a tenere vivo il tessuto economico di Sampierdarena con il suo negozio. Ma le condizioni per farlo diventano di giorni in giorno più dure.

La denuncia dei residenti

«Nelle ultime settimane gli episodi di degrado e criminalità si sono ripetuti quasi a cadenza giornaliera, soltanto lo scorso sabato io e mia madre abbiamo dovuto chiamare la polizia perché un ragazzo, sicuramente minorenne, disturbava i clienti, ci provocava per convincerci a vendergli le sigarette nonostante il divieto e toccava la merce esposta, in passato abbiamo avuto anche il forte sospetto che ci avesse sottratto alcuni articoli. Abbiamo sempre segnalato alle forze dell’ordine, ma non sempre riescono a intervenire in tempo». 

E Ylenia, che la sua tabaccheria la gestisce con il fidanzato e, all’occorrenza, con la mamma che le dà una mano, non è l’unica a dover fare i conti con il degrado crescente e con la piccola criminalità che colpisce gli esercizi commerciali soprattutto in piazza Veneto e nelle vicinanze: «Sono già stata contattata dalla titolare di un’edicola di via Cantore, dai responsabili del supermercato Ekom di piazza Montano, dal bar vicino alla nostra tabaccheria - spiega a Genova Today ormai rassegnata - Tutti hanno dovuto fare i conti con piccoli furti, disturbo dei clienti, bivacchi e schiamazzi all’esterno.

«Siamo tutti esasperati e amareggiati - sottolinea la 30enne sampierdarenese - perché teniamo al nostro quartiere e ci piacerebbe tenerlo vivo, vederlo rifiorire intorno ai suoi residenti».

Della situazione a Sampierdarena si sta parlando in questi giorni anche a Tursi, come confermato anche dall’assessore alla Legalità, Stefano Garassino: «Abbiamo in programma una visita a Sampierdarena con il responsabile del distretto per mercoledì 13 settembre - conferma a Genova Today - Saremo nel quartiere dalle 14 alle 1730, e incontreremo volentieri i commercianti di piazza Veneto e delle vie limitrofe per confrontarci e ascoltare le loro richieste». 

Patti d'area per aiutare il commercio "virtuoso"

Parallelamente, l’assessorato alla Legalità e quello al Commercio, in accordo con la Prefettura, stanno lavorando a una serie di patti d’area in grado di rilanciare il commercio premiando gli esercizi commerciali più virtuosi e ostacolando quelli che contribuiscono ad aumentare il degrado: «Abbiamo riscontrato l’efficacia dei patti d’area in più occasioni - conferma Garassino - Sono provvedimenti che, contrariamente alle ordinanze, temporanee, ci consentono di intervenire in maniera più approfondita e mirata su determinate zone. Avremmo così modo di stabilire che tipo di esercizio commerciale può aprire, e disporre chiusure che arrivano sino a un mese. La chiusura, d’altronde, è l’unico strumento efficace che abbiamo sulle attività che generano “mal commercio”».

Al momento l’ipotesi patto d’area è stata presa in considerazione per il centro storico, in particolar modo per la zona che va da Sottoripa a via San Luca, per la zona di via Buozzi, a Dinegro, e per via Buranello e vie limitrofe a Sampierdarena: «I minimarket sono uno dei problemi più gravi quando si tratta di degrado, e con un patto d’area sarebbe più semplice impedire che ne vengano aperti altri. Abbiamo anche intenzione di migliore l’arredo urbano, e di aumentare l’illuminazione in diverse zone come già è accaduto in centro storico. Ovviamente i patti d’area non possono valere su tutto il territorio municipale, ma possiamo agire sulle porzioni più critiche, in attesa di modifiche più sostanziali a leggi nazionali, come quella sui circoli culturali, su cui il Comune a oggi non ha competenza».

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