rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Dissesto idrogeologico, più di 500mila liguri a rischio

La Liguria è una delle regioni italiane con la maggiore esposizione al rischio idrogeologico secondo il dossier "Ecosistema Rischio" presentato da Legambiente Liguria

La Liguria è una delle regioni italiane con la maggiore esposizione al rischio idrogeologico, soprattutto per quello che riguarda gli immobili con più di 500mila persone che vivono o lavorano in zone a rischio. Sono questi i dati più eclatanti che emergono dal dossier "Ecosistema Rischio" presentato da Legambiente Liguria con i dati del monitoraggio sulle attività di mitigazione del dissesto idrogeologico dei Comuni liguri, a cui ha fatto il paio la Mostra-laboratorio sulla conoscenza dei fenomeni alluvionali, del territorio e della cultura dell’autoprotezione dal rischio idrogeologico dedicata alle scuole primarie e secondarie genovesi ed elaborata nell’ambito del progetto “Genova e il dissesto idrogeologico: prevenzione e gestione dei conflitti” del Servizio Civile Nazionale-Corpi civili di Pace

Il commento del presidente di Legambiente Liguria

.«Ecosistema rischio - ha commentato Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria - è un dossier scientifico cui hanno risposto un terzo delle Amministrazioni liguri (75 su 235) che mette in luce la necessità di intervenire per la mitigazione del pericolo da dissesto idrogeologico anche nei piccoli comuni, non solo nei più grandi lungo la costa. Così come fa emergere l’esigenza di diffondere una cultura di convivenza con il rischio e di autoprotezione dei cittadini. Per questo, per due mesi, sino al 15 marzo abbiamo organizzato, grazie ad un innovativo progetto del Servizio Civile Nazionale, una mostra laboratorio che sarà visitata da oltre 30 classi coinvolgendo più di 700 alunni tra scuole elementari e medie a Genova».

I dati sulle aree a rischio

Nella presentazione è stato messo in rilievo che l'esposizione al rischio idrogeologico in Liguria è tra le più alte in Italia: la percentuale di abitazioni, quartieri, attività industriali, strutture sensibili e commerciali presenti in aree a rischio è infatti più alta della media nazionale; il 49% dei comuni liguri ha dichiarato di avere interi quartieri in aree a rischio (contro un 27% a livello nazionale), nel 43% dei casi si trovano strutture ricettive e commerciali (rispetto al 21% del dato nazionale) mentre le strutture sensibili (per esempio scuole e ospedali) sono presenti nel 27% dei casi (contro il 15% del dato nazionale). Tutto questo significa che 520mila persone quotidianamente vivono o lavorano in aree a rischio nella nostra regione. Vista la criticità diffusa in Liguria, i comuni svolgono sul proprio territorio una maggior manutenzione ordinaria di versanti e corsi d’acqua (come affermato dal 95% dei comuni che hanno partecipato all’indagine contro il 70% a livello nazionale) ed è più alta la percentuale di opere di mitigazione avviate (81% contro 65%). Rispetto alla media nazionale è minore la percentuale di tombamento dei corsi d’acqua realizzati (viste la pesante eredità lasciata da questo tipo di espansione urbanistica del passato) ma ancora carente, rispetto al dato nazionale, la percentuale di comuni che hanno recepito il Piano di Assetto idrogeologico nel proprio piano urbanistico - che dovrebbe essere un obbligo di legge - : solo il 59% dei comuni liguri ha affermato di aver recepito questo obbligo di legge contro il 78% del dato a livello nazionale. Buone anche le performance dei comuni liguri dal punto di vista dell’attenzione alla prevenzione non strutturale, ovvero a tutte quelle attività di allertamento, pianificazione d’emergenza e informazione legate al sistema locale di protezione civile.
 
«È necessario introdurre la chiave dell’adattamento al cambiamento climatico nella pianificazione di bacino e negli interventi di riduzione del rischio – commenta Andrea Minutolo, coordinatore dell’Ufficio scientifico di Legambiente – intervenendo in maniera prioritaria sulle aree urbane e avviare una politica di delocalizzazione degli edifici a rischio. Vanno rafforzate anche le misure di vincolo, con l’obiettivo di evitare l’insediamento di nuovi elementi in aree pericolose, anche dopo interventi di messa in sicurezza, per evitare l’avvicinamento della popolazione alle aree più pericolose».
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dissesto idrogeologico, più di 500mila liguri a rischio

GenovaToday è in caricamento