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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Prà / Via Martiri del Turchino

Segregata e violentata in casa, quattro arresti

In manette un 50enne genovese e tre giovani di 24, 25 e 30 anni che la notte di San Valentino hanno stuprato e percosso una donna per ore. A salvarla la polizia, grazie anche al contributo di un residente

Orrore al Cep, in via Martiri del Turchino, dove la Polizia ha arrestato quattro persone - un italiano di 50 anni, pluripregiudicato, e tre cittadini marocchini di 24, 25 e 30 anni - che tenevano segregata in casa una donna, sottoponendola a violenze e stupri.

Tutto è successo nella notte tra giovedì e venerdì, e decisivo è stato il contributo di un residente del palazzo in cui la donna ha subito violenza, che ha deciso di rispondere alla sua richiesta di aiuto scendendo in strada e chiamando poi i soccorsi. Ma facciamo un passo indietro: la prima avvisaglia di quanto stava accadendo è stata la segnalazione di un altro residente del palazzo, che intorno all’una ha chiamato il 112 segnalando qualcuno che stava ripetutamente suonando i citofoni dei portoni chiedendo confusamente informazioni. 

L’ipotesi iniziale era che si trattasse di qualcuno che aveva alzato un po’ troppo il gomito e fosse finito a molestare gli abitanti della zona. Le volanti dell’Ufficio Prevenzione Crimine della questura, coordinate dalla dirigente Alessandra Bucci, sono comunque intervenute, ma al loro arrivo gli agenti hanno passato in rassegna la via senza trovare nessuno. Due ore dopo, però, è arrivata un’altra chiamata. Ed è stata quella decisiva.

«Mi hanno citofonato, era una donna agitata che chiedeva aiuto e un po’ d’acqua - ha spiegato un uomo, anche lui residente in via Martiri del Tuchino al 112 - Sono sceso in strada con la bottiglia e l’ho trovata sanguinante in mezzo alla strada. Le ho dato l’acqua, e sono tornato su a chiamarvi». I poliziotti della questura hanno collegato la chiamata a quella precedente e sono immediatamente tornati sul posto, ma una volta arrivati in strada non hanno, ancora una volta, trovato anima viva.

A fornire qualche indizio utile è stato nuovamente il residente che aveva inizialmente soccorso la donna, che ha spiegato che da un particolare appartamento del palazzo spesso arrivavano urla e schiamazzi sino a tarda notte. Gli agenti hanno quindi fatto un controllo, scoprendo che l’appartamento in questione era intestato a un volto noto alle forze dell'ordine principalmente per droga, e hanno deciso di approfondire: una volta sul pianerottolo hanno notato una bottiglietta d’acqua, l’hanno collegata a quanto riferito dal testimone e hanno subito bussato e chiesto di entrare.

Ad aprire la porta, dopo interminabili minuti, è stato il 50enne genovese, cui l’appartamento è intestato. All’interno i tre cittadini marocchini, che l’uomo ha presentato come ospiti, e nessuna traccia della donna. Sino a quando i poliziotti non sono entrati in camera e l’hanno trovata sotto le coperte, sotto choc, con lividi ed escoriazioni su tutto il corpo e il naso rotto. A quel punto per i 4 uomini è scattato il fermo, mentre la donna è stata portata in ospedale, dove è stata immediatamente ricoverata per le ferite riportate, alcune - è poi risultato - provocate anche con dei bastoni.

A fatica, i poliziotti della Squadra Mobile del dirigente Marco Calì (attivati alla luce di quanto si sospettava fosse accaduto in quell’appartamento) sono riusciti a ricostruire quanto accaduto: la donna, residente a Milano, era arrivata a Genova su invito di uno dei tre cittadini marocchini che già conosceva. Una volta entrata nell’appartamento è stata costretta a ripetuti rapporti sessuali, legata polsi e caviglie al letto con del nastro da pacchi (trovato in casa) e nuovamente abusata e percossa. 

Nonostante le ferite, e approfittando dell’ubriachezza dei suoi aguzzini, che dopo le violenze si sono addormentati, intorno alle 3 la donna è però riuscita a liberarsi e a uscire dall’appartamento, ed è a quel punto che è scesa in strada e ha iniziato a citofonare ai vicini chiedendo aiuto, nascondendosi poi sotto un’auto in attesa dei soccorsi. Lì l’hanno ritrovata i quattro, anche loro scesi in strada per cercarla: sotto l’auto, sull’asfalto, i tecnici della Scientifica ha trovato una ciocca di capelli che le è stata strappata quando l’hanno trascinata via per riportarla nell’appartamento, dove l’hanno tenuta sino all’irruzione della polizia.

Tutti e quattro adesso devono rispondere di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e lesioni aggravate: «Quanto accaduto è un esempio di ottimo lavoro di squadra tra le forze dell’ordine, ma anche di quanto è importante il senso civico - hanno detto i dirigenti Alessandra Bucci e Marco Calì - Se nessuno avesse raccolto la richiesta di soccorso della vittima, chissà come sarebbe potuta finire. Invece un vicino di casa ha deciso di scendere in strada nel cuore della notte, di chiamarci e poi di collaborare con noi, aiutandoci a salvare una donna». 

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