Notte da incubo a Marassi: barista picchiata, legata e rapinata
La donna, titolare di un bar poco distante dalla stadio, ha raccontato di essere stata aggredita alle spalle da due rapinatori che l'hanno presa a pugni e calci e poi chiusa in un ripostiglio. A trovarla il marito
Notte di terrore per la titolare di un bar di via del Piano, a Marassi, che nella notte tra giovedì e venerdì è stata aggredita da due rapinatori che l’hanno picchiata, legata e chiusa in un ripostiglio prima di darsi alla fuga con l’incasso della giornata.
A dare l’allarme è stato il marito della donna, che intorno alle due, non vedendola rientrare a casa e non ricevendo risposta al telefono si è preoccupato ed è andato a controllare: al suo arrivo ha trovato il bar ancora aperto, ma deserto, ha iniziato a cercare la moglie e l’ha trovato nello sgabuzzino, con le mani legate e ferita.
La donna non è riuscita a raccontare granché, complice la rapidità dell'aggressione e il fatto che i due uomini avessero il volto parzialmente coperto, forse da una sciarpa: nella testimonianza rilasciata agli agenti della Squadra Mobile, cui sono state affidate le indagini dopo l’intervento immediato di una volante, ha spiegato che intorno a mezzanotte, mentre stava finendo le pulizie nel bar, due uomini sono entrati e l’hanno aggredita alle spalle, sferrandole un pugno al volto e un calcio prima di trascinarla nel ripostiglio. Qui i due banditi l’hanno legata, minacciata per costringerla al silenzio e l’hanno chiusa dentro mentre passavano al setaccio il bar alla ricerca di denaro.
Il bottino con cui i due aggressori sono fuggiti (sembrerebbe a bordo di uno scooter) è di circa 500 euro, tra l’incasso e i soldi che la donna aveva in borsa. A trovare la vittima è stato, come detto, il marito, che intorno alle 2, non avendo avuto notizie dalla moglie, si è precipitato al bar trovandosi davanti una scena da incubo.
La donna, pur dolorante e sotto choc, non ha voluto essere accompagnata in ospedale e ha subito raccontato agli investigatori tutto ciò che ricordava. La Mobile del nuovo dirigente Marco Calì ha avviato le indagini, effettuando il sopralluogo con la Scientifica e acquisendo i filmati delle videocamere di sorveglianza della zona per tentare di individuare i due banditi.
Il sospetto è che conoscessero la vittima, o comunque abbiano tenuto d’occhio il bar, molto frequentato dai tifosi vista la vicinanza con lo stadio, per carpirne le abitudini: tra marito e moglie è sempre quest’ultima a trattenersi dopo la chiusura per fare le pulizie, e gli aggressori sembravano certi di trovare soltanto lei nei locale.