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Cronaca

Addio a Primo Quintavalle: 50 anni dedicati al calcio giovanile

All'età di 86 anni è scomparso sabato scorso uno dei veterani degli allenatori genovesi

Aveva vestito la maglia della Sampdoria prima di girovagare tra i campi di Serie C e di Promozione genovese, poi una volta appesi gli scarpini al chiodo ha dedicato la propria vita all'insegnamento del calcio. E Primo Quintavalle, con i giovani, ci sapeva fare davvero. L'anziano allenatore genovese è scomparso sabato scorso, 13 aprile 2019, all'età di 86 anni, ma il ricordo ancora vivo nei tanti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo sui campi, prima polverosi e poi in erba sintetica, della nostra città. I funerali si sono svolti lunedì 15 aprile nella parrocchia di San Siro a Nervi.

Da qualche anno combatteva contro una malattia, ma aveva comunque continuato a dispensare consigli ai suoi bambini della scuola calcio dell'Athletic Club di Albaro, un maestro di vita oltre che un mister per i tanti giovani calciatori diventati uomini grazie ai suoi insegnamenti. Un gentiluomo anche con i giornalisti in erba, come il sottoscritto diversi anni fa, che ogni fine settimana lo "disturbavano" per avere informazioni sulle partite dei suoi ragazzi o si recavano al campo per scattare qualche fotografia da pubblicare su giornali e almanacchi. Sempre disponibile, sempre gentile, anche negli orari più improbabili.

L'Athletic Club ha voluto ricordarlo con un comunicato: «Un uomo buono, educatore ancor prima che allenatore, che nel corso della sua pluridecennale carriera ha accompagnato centinaia di bambini nel loro percorso di crescita sportiva e umana Ciao Primo, ci mancherai».

E appassionato è anche il ricordo del presidente della società Sergio Imperato, che ha scritto: «Ma come? Mi conoscono anche qui? Penserai, appena arrivato, sentendo risuonare un coro di 'O le le'. Ma poi li vedrai arrivare, in maglietta e calzoncini, e scarpini da calcio, pronti per una nuova partita. E a uno per uno li guarderai negli occhi, e li riconoscerai. Tutti i tuoi ragazzi che negli ultimi 50 anni hanno fatto il viaggio prima di te e che ti aspettavano per giocare ancora una volta, o forse per sempre, una partita dove ci sono solo vincitori, dove non c'è spazio per le lacrime, neppure per quelle piccole lacrime di una sconfitta sportiva. E il tuo 'O le le ' risuonera' sempre più forte e non riuscirai a capire perché le maglie stiano cambiando magicamente e continuamente colore da blucerchiate a neroverdi a gialloverdi a biancorosse. Ma poi capirai che è il film della tua vita, che ora proseguirà per sempre. E ti sentirai felice. Ciao Primo. Arrivederci».

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