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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Porto d'armi per difesa personale, il Tar ligure dà ragione a un imprenditore

Dopo due anni di battaglia legale, il Tribunale Amministrativo della Liguria ha accolto il ricordo che un impresario savonese ha presentato contro la Prefettura per il mancato rinnovo del permesso di portare una pistola

Sentenza storica in Liguria, dove il Tribunale Amministrativo Regionale ha dato ragione a un imprenditore savonese che si era visto negare il rinnovo del porto d’armi per difesa personale dalla Prefettura: i giudici, richiamando la normativa sulla legittima difesa, hanno stabilito che un imprenditore può tenere un’arma in casa (ovviamente regolarmente denunciata) o sul luogo di lavoro per proteggere i beni aziendali e la propria ditta, soprattutto se è già stata presa di mira da ladri e rapinatori in passato.

La sentenza del Tar è arrivata al termine di una diatriba che ha visto schierato da un lato l’imprenditore savonese in possesso di porto d’armi dal 1975, dall’altra il Prefetto di Savona, che nel 2015 aveva emesso un provvedimento che vietava all’uomo di rinnovare il porto d’armi per una pistola. Una vicenda iniziata due anni fa, su cui il Tar si è pronunciato dando ragione all’imprenditore, che aveva iniziato la battaglia contro il provvedimento spiegando di essere stato vittima di diversi furti di gasolio nella sua ditta e di maneggiare e trasportare spesso denaro contante per i clienti e i fornitori.

«L’ordinamento considera scriminante - e dunque consentito - l’uso di un’arma legittimamente detenuta anche al fine di difendere i propri beni all’interno di un luogo ove venga esercitata un’attività imprenditoriale, quando non vi è desistenza (fuga) e vi è pericolo d’aggressione», spiega il Tar nella sentenza, sottolineando che la facoltà di rilasciare il porto d’armi è rimessa al Prefetto, che può valutare a seconda dei singoli casi.

Quando optato per il mancato rinnovo, sempre la Prefettura deve «darsi carico di dimostrare il venir meno delle condizioni iniziali», cosa che non sarebbe avvenuta: secondo il Tar l’Avvocatura di Stato non soltanto non avrebbe motivato correttamente la decisione, ma avrebbe anche presentato la documentazione in ritardo, rendendola inammissibile.

La sentenza ha incontrato il favore del vicepresidente della Regione, la leghista Sonia Viale, che in una nota ha fatto sapere che «il Tar della Liguria ha preso una decisione a mio modo di vedere corretta non solo dal punto di vista giuridico ma anche dal punto di vista del buon senso. Si tratta, infatti, di interpretare correttamente la normativa esistente: al di là di quello che è comunque il rispetto della legge sulla legittima difesa, negare a prescindere che una persona possa difendersi era effettivamente un atto non corretto da parte del Ministero dell’Interno. Mi riservo comunque di leggere le motivazioni». 

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