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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via Coni Zugna

Detenuto rompe neon, ne ingoia dei pezzi e aggredisce infermiere

Momenti di tensione nel carcere di Pontedecimo. Il detenuto protagonista dell'episodio, in attesa di giudizio per violenza sessuale, era già stato più volte segnalato come persona violenta

Mercoledì 9 aprile 2019, alle ore 17 circa, un detenuto di origine magrebina, in attesa di primo giudizio per violenza sessuale, ristretto al piano terra del carcere di Pontedecimo, ha aggredito un infermiere che era intervenuto per medicargli alcuni tagli sul braccio sinistro che il detenuto stesso si è procurato con un neon che ha staccato dalla plafoniera presente nella cella e poi ne ha deglutito anche alcuni pezzi.

Il personale di Polizia penitenziaria intervenuto è riuscito con difficoltà a bloccare il detenuto durante l'aggressione nei confronti dell'infermiere. Il detenuto protagonista dell'episodio era già stato più volte segnalato, non solo con relazioni di servizio, ma anche dall'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) come persona violenta: appena una settimana fa aveva aggredito un infermiere nel reparto dove era ricoverato e piantonato, un mese fa aveva aggredito alcuni detenuti e ancor prima un agente di Polizia penitenziaria.

Il detenuto è stato trasportato con urgenza al pronto soccorso e piantonato dal personale della Polizia penitenziaria. «Ci chiediamo perché, nonostante le segnalazioni per i comportamenti violenti, aggressioni, il detenuto continui a permanere presso l'istituto di Pontedecimo - dichiara il segretario generale dell'Osapp Leo Beneduci -. Non è la prima volta che presso la casa circondariale di Pontedecimo si verificano aggressioni in danno sia degli operatori penitenziari che del personale di Polizia penitenziaria. L'assenza di qualsivoglia applicazione del regime disciplinare, peraltro previsto dall'ordinamento penitenziario, ha reso la situazione del carcere genovese insostenibile. Da tempo ormai sono terminate le dichiarazioni, i proclami e le visite dei vertici dell'amministrazione nelle carceri che nulla di positivo hanno portato al miglioramento delle condizioni di lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria. Anche le autorità politiche, invero, sono parse sorde alla escalation della violenza nelle carceri che nulla di nuovo lascia presagire per il futuro».

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