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Cronaca

Ponte Morandi, lunedì la Valpolcevera scende in piazza

Gli sfollati dovrebbero avere a disposizione 6 ore per recuperare i beni ancora custoditi nelle loro case

È un grido di dolore quello della Valpolcevera, isolata e ferita dopo quel maledetto 14 agosto. Dopo il crollo del ponte Morandi, la situazione della viabilità è fortemente compromessa: solo negli ultimi giorni è stata riaperta la ferrovia, poi c'è la metro, ma arrivare nella vallata in auto è ancora proibitivo. I commercianti vivono una crisi senza precedenti, dovuta al fatto che Certosa non è più zona di passaggio. Per non parlare del dolore degli sfollati, costretti ad abbandonare le loro case lasciando dentro ricordi, documenti, mobili e oggetti acquistati dopo una vita di risparmi.

La manifestazione di lunedì 8 ottobre

Per questo, cittadini e commercianti della Valpolcevera hanno organizzato una manifestazione, lunedì 8 ottobre 2018, denominata "Oltre il ponte c'è...": si parte alle 9 davanti a palazzo San Giorgio, a Caricamento, poi si passa davanti al palazzo della Regione Liguria, in piazza De Ferrari, per poi arrivare davanti alla Prefettura, in largo Lanfranco. Sarà un corteo pacifico e apartitico, e tutti sono invitati a partecipare, purché arrivino senza simboli o bandiere che possano evidenziare in qualche modo l'appartenenza politica dei manifestanti.

Il messaggio degli organizzatori:

«Oltre il ponte c'e' una comunità di 70.000 persone che è isolata dal resto della città. Oltre il ponte c'e' la voglia di ripartire insieme attraverso una manifestazione cittadina pacifica e apartitica in cui chiedere con forza delle misure urgenti per uscire da questa situazione. Riunendoci davanti a palazzo San Giorgio, percorreremo insieme in corteo fino in piazza De Ferrari per portare le nostre motivazioni in Regione e poi da VIa Roma fino alla Prefettura in Largo Lanfranco per incontrare il Prefetto».

Video: i residenti della Valpolcevera invitano tutti a partecipare alla manifestazione

Tra le richieste che verranno portate avanti in corteo, l'apertura delle strade di sponda per la "sopravvivenza" di residenti e commercianti, la difesa dei posti di lavoro («contro un decreto che non considera le piccole e le grandi imprese della vallata») e la tutela del diritto alla salute potenziando i servizi sanitari.

Gli sfollati potranno rientrare nelle loro case

Nel frattempo, gli sfollati chiedono solo una cosa: poter rientrare nelle proprie case per riprendere i propri effetti personali. E con tutta probabilità rientreranno avendo a disposizione 6 ore per prendere tutto quello che riescono (due persone alla volta, per due ore, per tre volte).

La speranza è che nei prossimi giorni possa arrivare dal Comune un calendario - probabilmente suddiviso per civico e per interno - che definisca con precisione quando poter entrare nelle case, fornendo anche agli sfollati un supporto logistico (dai mezzi ai contenitori, passando per i magazzini) per recuperare e depositare in un luogo sicuro i propri effetti personali.

Autostrade: «I progetti di demolizione del ponte erano per la Gronda, nessun collegamento con la sicurezza»

In relazione alle notizie di stampa su progetti di demolizione del ponte Morandi risalenti ai primi anni 2000, nel frattempo, Autostrade per l’Italia precisa che a partire dal 2001 ha studiato varie opzioni di potenziamento del tratto autostradale di Genova, che hanno portato al Progetto Gronda inserito nel Piano Finanziario già nel 2002, alle quali erano collegati anche progetti di demolizione del Ponte Morandi. A riferirlo, la stessa società in una nota.

«In particolare la società, all’interno del dibattito pubblico sulla Gronda nel 2008, aveva anche sviluppato un progetto di costruzione sul Polcevera di un nuovo ponte a 4+4 corsie affiancato all’attuale e al servizio sia dell’attuale tratta autostradale che della nuova Gronda, con l’obiettivo di utilizzare lo stesso corridoio viabilistico. A valle della costruzione del nuovo ponte sarebbe stato smontato l’attuale. La proposta di Ponte affiancato al Morandi fu però accantonata nel corso del dibattito pubblico a favore di una soluzione di attraversamento del Polcevera molto più a monte.  

Ma prima di questa decisione assunta nell’ambito del dibattito pubblico sulla Gronda, la società - ai fini della completezza dell’analisi- chiese a Despe una valutazione di fattibilità.  Valutazione che è stata ri-attualizzata nelle ultime settimane ed è entrata a far parte della proposta di demolizione e ricostruzione del Ponte presentata al Commissario per l’emergenza.  

I progetti di demolizione del Ponte Morandi a partire dal 2001, dunque, non sono mai stati definiti in relazione ad eventuali rischi per la sicurezza del Ponte, ma sono sempre stati pensati soltanto in funzione della realizzazione della Gronda».

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