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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il Natale amaro dei parenti delle vittime del Morandi: «Alle nostre tavole troppe sedie vuote»

Il Comitato che si è costituito in memoria dei 43 morti della tragedia diffonde una lettera aperta in cui si schiera dalla parte del governo e parla di un dolore ancora troppo vivo e del bisogno di giustizia

«Alle nostre tavole mancano sempre troppe persone, troppe sedie rimarranno vuote». È una vigilia di Natale, la seconda, amarissima per i parenti delle vittime del ponte Morandi, che hanno deciso di condividere pubblicamente il dolore di una perdita che brucia ancora come il primo giorno.

«La vita con gli anni ti presenta il conto e ti costringe a guardare in faccia la realtà - si legge nella lettera diffusa da Egle Possetti, sorella di Claudia, che il 14 agosto 2018 ha perso la vita insieme con il marito Andrea Vittore e i due figli, Manuele e Camilla - Per noi famigliari, che abbiamo perso 43 persone questi giorni sono particolarmente duri, anche se possiamo sorridere e stringerci attorno alle persone a cui vogliamo bene».

«Con le festività in corso i bambini scrivono le lettere a Babbo Natale, gli adulti che purtroppo portano nel cuore le loro disillusioni sognano di poter chiedere al loro Babbo Natale l’avverarsi dei loro desideri, ma come purtroppo immaginerete i nostri desideri non hanno possibilità di essere soddisfatti», prosegue la lettera aperta dei parenti delle vittime del Morandi, che in queste ore si ritrovano a osservare anche la reazione di Autostrade per l’Italia al crollo in borsa della holding Atlantia, che in una sola giornata ha visto andare in fumo 883 milioni dopo l’emendamento del decreto Milleproroghe che semplifica la revoca delle concessioni autostradali e la corsa alla vendita dei titoli.

«Fra le letterine che non vorresti vedere è arrivata quella di Aspi, prontamente dopo il contestato articolo del decreto Milleproroghe, ma si sa i crolli in Borsa sono “la cosa più importante” da arginare per chi gestisce patrimoni economici considerevoli - scrive Possetti, presidente del Comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi - Noi siamo spettatori, purtroppo privilegiati di questo teatro, ovviamente siamo dalla parte del Governo che sta cercando di mettere una pezza ad anni ed anni di inadeguatezza nell’affidamento dei nostri beni pubblici, pensiamo che le minacce siano un bruttissimo segnale in democrazia e pensiamo che l’etica imprenditoriale, in questo caso debba fare ancora molti passi avanti».

Possetti si lascia andare a uno sfogo personale, ricordando che «abbiamo sentito pareri espressi dai giuristi del Mit, vedremo come si evolveranno le questioni, ogni tanto penso solo a quando studiai diritto mi fu insegnato che esistono anche le “giuste cause” per rescindere dai contratti» e sottolineando che «penso che non si debba aggiungere altro dicendo che 43 persone morte possano essere un ottima causa, in fondo senza essere giuristi direi che durante la gestione Aspi è in modo evidente successo questo disastro, le colpe saranno definite in tribunale ma anche un bambino che scrive la sua lettera a Babbo Natale potrebbe dire che questa gestione ha avuto qualche “piccolo” problema».

«Noi non possiamo dare risposte razionali, possiamo solo dare risposte con il nostro cuore che ci guida e ci accompagna sempre - è la conclusione della lettera - noi vogliamo che questo paese cambi, vogliamo che i sorrisi di chi ci ha abbandonato, che ogni volta che vediamo in fotografia e nei filmati ci spezzano il cuore, possano risplendere da qualche parte, rasserenati per quello che si è potuto cambiare in questo triste paese dove conta di più la “grana” che la vita».

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