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Cronaca

Ponte Morandi, il racconto della tragedia un anno dopo

Dalle vittime agli sfollati, dalla demolizione alla ricostruzione, com'è cambiata la città un anno dopo il crollo dei viadotto

A un anno dalla tragedia del crollo del ponte Morandi, a Genova, i momenti di dolore, di sgomento e di incredulità sono ancora vividi e presenti anche in tutti i giornalisti che hanno lavorato quell'ormai tristemente famoso 14 agosto 2018, nei giorni e nei mesi seguenti. Dopo 365 giorni, il 14 agosto 2019, è prevista una cerimonia a Genova con le massime cariche dello Stato per non dimenticare.

Facendo una semplice ricerca su GenovaToday, utilizzando la parola chiave "Ponte Morandi", ci si rende conto della mole di notizie elaborata in un anno, con decine e decine di pagine di articoli che hanno documentato, fornito informazioni, mostrato la tragedia e i suoi protagonisti, entrati dentro l'inchiesta giudiziaria, testimoniato quello che è successo dopo, e che sta ancora accadendo. Sicuramente, da quel momento Genova non è più la stessa.

Bus, strade chiuse e divieti di sosta: come cambia la viabilità per l'anniversario del Morandi

L'orologio si ferma alle 11,36

Come per tutte le grandi tragedie che hanno segnato la storia, tutti ci ricordiamo dov'eravamo, e cosa stavamo facendo nel momento in cui sono accadute. A GenovaToday ricordiamo la quiete di quella che sembrava una tranquilla giornata di agosto, la vigilia di un festivo, senza nessuna notizia particolare a parte forse il maltempo, rotta all'improvviso da una serie di messaggi e segnalazioni dei lettori dalle 11,36 in poi, un orario che sarà impossibile dimenticare: «È crollato il Morandi», «È successo qualcosa al "ponte di Brooklyn"», «Il ponte dell'autostrada in Valpolcevera è esploso».

Le informazioni arrivano confuse, la prima reazione è l'incredulità: come può essere veramente crollato tutto? Le prime telefonate alle forze dell'ordine ci confermano che sì, qualcosa di molto grave è successo, e anche loro si stanno catapultando sul posto per capire meglio. Poi un cittadino ci invia quel terribile video che abbiamo visto e rivisto mille volte per renderci conto della portata della tragedia: si vede il ponte che crolla, è inequivocabile.

Il primo impatto con la tragedia e le testimonianze dei cittadini

Anche GenovaToday si reca immediatamente a Certosa. Il lavoro della redazione si divide: chi va sul posto, documentando con foto e video, e una lunghissima diretta Facebook per mostrare in tempo reale cosa è accaduto, e chi resta al desk, davanti al computer, per montare i video e aggiornare il sito con una quantità esorbitante di informazioni e materiale inviato dai colleghi e dai lettori.

Ponte Morandi, le prime immagini da Certosa dopo il crollo

Sembra uno scenario di guerra: decine di sfollati, le forze dell'ordine e i volontari che lavorano senza sosta tra le macerie del ponte, con i Vigili del Fuoco in particolare intenti in uno sforzo davvero titanico, cittadini che pian piano - come tutti noi - iniziano a capire la reale portata della tragedia e piangono.

Si cerca subito di ricostruire la tragedia, di capire come possa essere successo, e inizia la dolorosa conta delle vittime, destinata a salire nei giorni successivi fino ad arrivare al numero definitivo: 43 morti. Il funerale si terrà poi il 18 agosto, alla Fiera di Genova, in presenza delle più importanti cariche dello Stato.

Nel frattempo si cercano notizie sulla storia del ponte, un tempo avveniristico ma non senza criticità. Anche i cittadini lo dicono più volte nelle nostre videointerviste: «Le infrastrutture ormai erano marce». Infine, bisogna fornire anche qualche informazione più pratica, come quelle sulla viabilità di una città che improvvisamente non ha più diversi collegamenti: dall'autostrada alla ferrovia, passando per la viabilità ordinaria.

Chi andava in vacanza e chi al lavoro, le 43 vite interrotte dal crollo del Morandi

Nel frattempo, arrivano le prime testimonianze, come quella di Michele che stava lavorando a pochi metri dal ponte: «Ho sentito il palazzo tremare - dice - sono uscito e il ponte non c'era più». Parla anche l'autista del famoso camion verde, vivo per miracolo: «Ho visto crollare la strada davanti a me».

E subito si presenta un altro problema: quello degli sciacalli nelle abitazioni evacuate, con Protezione Civile e volontari a presidiare le palazzine.

Ci arrivano anche tantissime richieste da cittadini che chiedono come poter fare per dare concretamente una mano, con anche numerose segnalazioni sugli animali dispersi. Anche e soprattutto in questa situazione, il cuore grande di Genova si dimostra solidale e generoso. Nasce anche il progetto degli "Angei de Zena" messo in campo dalla Direzione Servizi alla Comunità della Città di Genova.

Non mancheranno, in seguito, tantissimi eventi di solidarietà per raccogliere fondi, tra cui anche "Ballata per Genova"  in diretta su Rai 1 con tanti volti noti del mondo dello spettacolo.

Ponte Morandi, i numeri della gigantesca macchina dei soccorsi

Le prime reazioni politiche

Il primo cittadino, Marco Bucci, lancia subito un messaggio che rimarrà nella memoria di molti, e finirà anche al centro di qualche polemica: «Genova non è in ginocchio, sta reagendo». Seguono le voci dei vicepremier Salvini e Di Maio, e del ministro delle Infrastrutture Toninelli: «Chi ha sbagliato pagherà fino in fondo».

Parte anche la battaglia del Governo - specialmente del ramo legato al M5S - che annuncia di voler togliere le concessioni ad Autostrade per l'Italia, considerata responsabile del crollo del ponte.

Viene promesso subito dal Governo un Decreto Genova con misure straordinarie per la città, decreto che poi - tra le proteste - arriverà in ritardo (l'approvazione in Senato nel novembre 2018) dopo innumerevoli modifiche.

Gli sfollati

Inizia anche l'odissea degli sfollati, più di 500 persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case perché minacciate dal ponte: «Abbiamo paura del futuro» sono le loro prime dichiarazioni. Dopo pochi giorni Comune e Regione annunciano la consegna dei primi alloggi.

Il dramma degli sfollati prosegue nei mesi, con la demolizione delle case di via Porro e i rientri degli inquilini - in più riprese, per poche ore, a seconda delle condizioni meteo e rispettando rigide regole di sicurezza legate ai sensori che monitorano i movimenti di quel che restava del ponte - per riuscire a recuperare oggetti, ricordi, effetti personali, mobili. In molti si commuovono cercando di "inscatolare" il più velocemente possibile tutta la propria vita in poche ore.

Il primo giorno dei rientri, le immagini dalla zona rossa

L'inchiesta e il commissariamento

Dopo il crollo, vengono subito proclamate due giornate di lutto, il 15 e 16 agosto, e la Procura apre un'inchiesta per omicidio plurimo colposo e disastro colposo, catalogando diversi resti del ponte.

La macchina della giustizia inizia a macinare quella che diventa una delle inchieste più complesse e monumentali della storia di Genova, nel registro degli indagati finiscono i vertici di Autostrade per l'Italia e della sua controllata che si occupa di manutenzioni, Spea, ma anche dirigenti e funzionari del Provveditorato alle opere pubbliche per la Liguria. Nel marzo del 2019, la lista degli iscritti nel registro degli indagati conta 74 nomi.

Il pool di magistrati coordinati dal procuratore capo Francesco Cozzi avvia gli accertamenti con l’incidente probatorio, che presto si sdoppia: il primo indaga sullo stato del viadotto prima del crollo, e sulle manutenzioni effettuate, il secondo sulle cause del crollo. Le prime risposte, su quest'ultimo fondamentale quesito, arriveranno il 17 gennaio del 2020. Per quella data i periti del gip dovrebbero aver completato la loro relazione.

Sul fronte gestione della città, vengono nominati dal Governo due commissari, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è commissario per l'emergenza, mentre il sindaco Marco Bucci è commissario per la ricostruzione.

Presto è partita anche la macchina dei risarcimenti agli sfollati, alle imprese, ai residenti della zona arancione. Si apre un contenzioso con Atlantia, colosso dei Benetton cui fa capo Autostrade per l'Italia: il governo gialloverde annuncia l'intenzione di revocare la concessione per la gestione delle autostrade, Luigi Di Maio e Danill Toninelli lanciano strali verso Aspi a ogni occasione, Salvini è più cauto, l'iter sembra ormai avviato.

Con il deflagrare della crisi di governo, a una settimana dall'anniversario della tragedia, l'iter per la revoca si arena. Gran parte dei familiari delle vittime, intanto, hanno accettato i risarcimenti top secret proposti da Autostrade, rinunciando a essere parti attive nel futuro processo.

Un quartiere in profonda sofferenza

Il dramma riguarda non solo gli sfollati, ma tutto il quartiere. Le aziende e i commercianti della vallata che si sono visti tagliare fuori dal traffico cittadino, in particolare, hanno chiesto più volte aiuto: «Sbloccate la viabilità in Valpolcevera».

L'8 ottobre la Valpolcevera (ma non solo) scende in piazza con un corteo di migliaia di persone, che hanno chiesto risposte alle istituzioni sui temi di lavoro, strade, sanità.

Non sono mancate diverse iniziative di solidarietà, come - solo per citarne alcune - l'Albero di Natale di Certosa donato dalla Val Di Fiemme, il concerto benefico con Omar Pedrini dei Timoria, o la staffetta solidale dal Piemonte a Certosa.

Tutta Genova, e in particolare Certosa, si sono fermate a un mese dal crollo, il 14 settembre 2018, con una toccante cerimonia.

La demolizione e la ricostruzione

Fin da subito si parla di demolire e ricostruire il ponte: i lavori di abbattimento vedono il clou con l'implosione e il crollo delle pile 10 e 11, il 28 giugno 2019, con l'impiego di oltre 500 kg di esplosivi. Un'operazione che ha suscitato profonda malinconia nei genovesi, memori del 14 agosto 2018, nonché numerose polemiche tra i cittadini della Valpolcevera che hanno temuto per la qualità dell'aria: «Abbiamo diritto alla salute».

 L'impegno più gravoso adesso riguarda la questione dello smaltimento delle macerie tra cui figurano detriti considerati pericolosi.

Addio Ponte Morandi: il racconto della giornata del 28 giugno 2019

Tra giugno e luglio 2019, PerGenova, la joint venture di cui fanno parte Fintantieri, Salini Impregilo e Italferr, getta le fondamenta del nuovo ponte e inizia a lavorare alla prima pila.

Si prevede una riqualificazione generale della zona colpita dal crollo con un nuovo parco urbano, il "Parco del Ponte". Sono state finora selezionate 6 proposte, e a settembre verrà proclamato il progetto vincitore.

La Redazione di GenovaToday

Edgardo Genova

Andrea Barsanti

Valentina Bocchino

Luca Pastorino

Annissa Defilippi

Massimo Losito

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