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Cronaca

Morandi, in cantiere sorge la prima pila del nuovo ponte: il "via" dal ministro Toninelli

Nel pomeriggio di martedì, sul lato ovest la cerimonia per la gettata di cemento della pila 9. Proseguono intanto i preparativi per l'esplosione controllata

È iniziata una giornata, e una settimana, tra le più significative per Genova e per i genovesi: a pochi giorni dall’esplosione del troncone est del ponte Morandi (prevista per venerdì 28 giugno), nel cantiere lato ovest martedì 25 giugno vengono gettate - letteralmente - le basi del nuovo viadotto.

La prima gettata di cemento è avvenuta martedì pomeriggio alla presenza del ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, del sindaco-commissario Marco Bucci, del governatore ligure Giovanni Toti, del prefetto Fiamma Spena e di Alberto Maestrini, presidente di PerGenova, la joint venture formata da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr per portare avanti la ricostruzione del ponte.

Sulla lastra commemorativa c'è scritto 'Per Genova nuovo viadotto Valpolcevera getto prima fondazione 25 giugno 2019'. «Penso che per la fine dell'anno il nuovo ponte sarà in piedi, si potrà finalmente vedere e, nella primavera del 2020, lo si possa inaugurare. Sarà un momento straordinario di rilancio e di riscatto per Genova e per tutta l'Italia». Così il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli.

«Ci stiamo sporcando le mani con questa storia - ha detto il sindaco e commissario Marco Bucci -. Oggi è un bel giorno, fare la cerimonia del primo getto è importante, è un segnale preciso che stiamo costruendo il nuovo ponte, ed è importante anche solo in segno di rispetto per le 43 persone che hanno perso la vita. Questa è una settimana molto importante e significativa, il 28 avremo gli abbattimenti delle pile 10 e 11 e ci sarà l'arrivo in cantiere del primo impalcato, ci sono segnali importanti che vogliamo lanciare per far vedere che siamo nel processo di accelerazione e che vogliamo fare di Genova una grande città. Stiamo lavorando tutti quanti insieme per costruire quello che serve, ringrazio tutte le maestranze, state lavorando per aiutare una città a essere grande ed è grande motivo di orgoglio per tutti».

«Il gesto di oggi - ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - fa in modo che quelle morti assurde e imperdonabili non siano state vane. Oggi noi rispettiamo anche la promessa che ciascuno di noi ha fatto in quei giorni, che questa città avrebbe riavuto il suo ponte in un tempo ragionevole. La fondazione di questa pila è anche la riscossa dell'azione amministrativa e della politica in questo Paese. In questo caso tutti hanno lavorato con un unico obiettivo: vedere le prime auto transitare su questo ponte il prossimo aprile».

«In questo Paese  ha continuato Toti  dove non sempre le cose vanno come ci piacerebbe, ciò che avviene qui oggi va ben al di là della fondazione di una singola pila di un singolo ponte: è la dimostrazione che amministrazioni centrali e periferiche possono lavorare insieme remando tutte dalla stessa parte. Abbiamo all'interno della pubblica amministrazione la qualità, e nelle nostre imprese migliori la capacità e le competenze, per costruire opere straordinarie e gigantesche senza doverci adeguare a tempi che siamo tutti abituati, da cittadini, a subire».

«Quando tra decine di anni si parlerà di questi eventi - ha concluso Toti - si ricorderanno le vittime (un atto dovuto che viene dal cuore per chi ha vissuto quei giorni), ma si ricorderà anche la capacità di un grande paese come l'Italia di sopperire e reagire a una delle più grandi tragedie che l'Europa abbia mai vissuto in questi ultimi anni. Grazie a chi si è speso per arrivare fino a qui, sapendo che il percorso è ancora lungo».

Il ministro Toninelli incontra i residenti

Intorno alle 15.50 Toninelli ha dato il via alla colata di cemento della pila 9, la prima a sorgere e quella su cui gli operai hanno lavorato nelle scorse settimane realizzando le fondamenta. Poi il ministro si sposterà nell'area portuale per assistere all’arrivo, intorno alle 17, del primo impalcato del nuovo viadotto, che arriverà via mare dallo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia. La chiatta resterà ormeggiata fino a dopo le esplosioni, poi trasporterà in cantiere acciaio e impalcato.

Il ministro Toninelli alla cerimonia per la prima pietra del nuovo ponte. Foto

In mattinata, però, Toninelli ha voluto fare visita ai cittadini che vivono ai margini dell'ormai ex zona rossa, oggi area di cantiere, per rassicurarli sulle modalità con cui verranno svolte le procedure di evacuzione ed esplosione e sullo smaltimento dei detriti, a oggi un nodo ancora da sciogliere. Il ministro ha garantito che riporterà al commissario straordinario le istanze dei cittadini per avere la massima trasparenza delle informazioni affinché non si creino paure ed ansie immotivate ed altresi si è impegnato a fare da tramite con il ministro dell’Ambiente affinchè vengano garantite tutte le misure essenziali per la salute pubblica.

«Oggi è una giornata importante perchè il lavoro che abbiamo fatto nei mesi scorsi finalmente inizia a essere tangibile - ha detto il ministro - Per me è fondamentale, anche dal punto di vista umano, immedesimandomi nella sofferenza dei genovesi. La prima colata di calcestruzzo significa che stiamo finalmente ricostruendo: il simbolo del fallimento della gestione della cosa pubblica data ai privati sarà un brutto ricordo».

Sulle tempistiche legate alla ricostruzione, Toninelli ha chiarito che «a novembre parlava chi ha fatto crollare il ponte, non certamente il sottoscritto. Penso che per la fine dell'anno il ponte sarà in piedi e lo si potrà finalmente vedere. Per la primavera del 2020 lo si potrà inaugurare. Sarà un momento straordinario di rilancio e riscatto per Genova e per tutta l'Italia».

«Nonostante tragedia, lacrime e sofferenze - ha proseguito il ministro- il governo ha risposto con una forza e una velocità senza precedenti. Abbiamo messo insieme una struttura commissariale a prova di ricorso visto che stiamo andando avanti nonostante ci sia qualcuno che spera e prova a fermare la ricostruzione. Abbiamo messo in piedi un miliardo di euro per far rialzare Genova e i genovesi che erano in ginocchio: dietro al sindaco Marco Bucci c'è una struttura di giuristi e tecnici, il meglio dell'Italia. E le imprese che stanno ricostruendo hanno le eccellenze pubbliche e private. Siamo orgogliosi di questo».

Detriti, Toti: «Riutilizzati per il parco sotto il ponte, nessun allarme»

Sul tema detriti è intervenuto anche il governatore ligure Giovanni Toti, che ha sottolineato che «non sono rifiuti speciali e verranno utilizzati in loco per la realizzazione di un nuovo parco urbano della rimembranza. Non ci sono rischi potenziali«, ha detto a Radio1 Rai, confermando il via libera arrivato la settimana scorsa dopo una riunione a Roma tra Arpal, Ispra e ministero dell'Ambiente sul riutilizzo dei detriti del ponte Morandi.

Il governatore ha sottolineato che «l'amianto riscontrato nel ponte è sotto le soglie di allarme per tutti gli istituti di controllo. Si tratta di fibre di amianto naturale contenute nelle pietre usate nella malta cementizia all'epoca della costruzione del ponte. Siamo all'interno di ogni soglia di tolleranza».

In vista dell'esplosione delle pile 10 e 11 del vecchio viadotto, programmata per venerdì, Toti ha assicurato: «Abbiamo costruito un cantiere che proteggera' il quartiere circostante e la citta' dalle polveri. Sono mesi che i tecnici lavorano per dare sicurezza. Le operazioni tengono conto della rapidità della costruzione ma, prima di tutto, della sicurezza degli abitanti, come è giusto che sia»

Demolizione, esplosione anticipata di un'ora. Timori per caldo ed evacuazione

Sul fronte demolizione, invece, fervono i preparativi per l’esplosione controllata prevista per venerdì 28 giugno, anticipata alle 9 (invece che alle 10) per dare alla struttura commissariale e ai demolitori più tempo per monitorare la qualità dell’aria. I cittadini coinvolti - oltre 3.100 - inizieranno a lasciare le loro case intorno alle 6, in modo da liberare l’area individuata come a rischio per tempo e lasciare 12 ore tra il momento dell’esplosione e i monitoraggi dell’aria: «La valutazione sarà fatta 12 ore dopo l’esplosione, intorno alle 21», ha detto il sindaco Bucci. 

La Protezione Civile ha già predisposto un servizio navetta per raggiungere gli 8 centri di accoglienza sparsi sul territorio: le partenze inizieranno appunto alle 6, da via Fillak all’altezza dell’incrocio con via Brin e con via del Campasso. Ancora non è chiaro quante persone decideranno di usufruire dei servizi messi a disposizione del Comune e quante invece hanno deciso di organizzarsi in maniera autonoma per trascorrere la giornata fuori casa. Nel raggio di 300 metri individuato intorno alle pile, gli appartamenti dovranno essere lasciati liberi entro le 7 con finestre, persiane, tapparelle e porta di ingresso chiuse, e non sarà possibile rientrare prima delle 22: a dare il via libera sarà la Protezione Civile con un sms collettivo. 

Ponte Morandi, viaggio nel cantiere visto dal drone | Video

Parecchi i timori tra la popolazione, soprattutto tra quella più anziana e tra le famiglie, non soltanto per la questione polveri e dispersione di fibre di amianto nell’aria, ma anche per le effettive modalità di evacuazione e gestione di quello che si preannuncia una sorta di “esodo”. 

Dubbi e proteste erano già stati espressi nel corso della doppia assemblea organizzata lo scorso 18 giugno a Certosa e a Sampierdarena, e per mercoledì 26 ne sono previste altre due, questa volta però di carattere meramente tecnico, in cui Protezione Civile e struttura commissariale illustreranno nel dettaglio le modalità di allontanamento e ritorno dalle case e le modifiche alla viabilità. 

Ad aggiungere ulteriore preoccupazione è il caldo: le temperature in questi giorni si sono notevolmente alzate, e venerdì potrebbe essere uno dei giorni più caldi in assoluto, con il termometro che sfiorerà i 40 gradi. Eventualità che preoccupa non soltanto dal punto di vista del benessere dei cittadini, ma anche di quello di operai e tecnici che lavoreranno tutto il giorno sotto il sole per coordinare e soprintendere l’esplosione.

Sul fronte operativo, dalla Spagna è arrivato il “super detonatore” digitale atteso da giorni (il ritardo nella spedizione ha causato lo slittamento della prima data, il 24 giugno), e anche l’esplosivo è stato recapitato da Cuneo. Si tratta adesso di posizionare entrambi e di portare a termine tutte le operazioni propedeutiche all’esplosione.

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