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Cronaca

Inchiesta Iplom, spuntano nuovi indagati

Oltre al direttore dell'impianto, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati anche due addetti alla manutenzione e un consulente esterno che aveva garantito sullo stato di conservazione delle tubature

Salgono a quatto i nomi iscritti nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla rottura della tubatura dell’oledotto Iplom, che lo scorso 17 aprile ha causato lo sversamento di 600mila litri di greggio nigeriano nei rii Pianego e Fegino e nel torrente Polcevera, con alcune chiazze che sono riuscite a raggiungere anche il mare aperto.

Oltre a Vincenzo Columbo, direttore dello stabilimento di Busalla e primo indagato, nel mirino del team Reati Ambientali della Procura, coordinati dal sostituto procuratore Walter Cotugno, ci sono anche il direttore tecnico dell’impianto e il responsabile della manutenzione, accusati come Columbo di disastro ambientale colposo. Indagato per falso, invece, il consulente tecnico che ha firmato il report con cui si attestava che la condotta che dal porto petroli percorre tutta la Valpolcevera sino a Busalla era sicura, nonostante la presenza di almeno 20 altri punti critici, confermata già tre anni fa.

A chiamare in causa i nuovi indagati è stata la recente perizia effettuata dal tecnico della Procura sul tubo, che ha messo in luce una diminuzione nello spessore che potrebbe averne causato la rottura. Nei prossimi giorni il perito analizzerà una sezione del tubo, proprio per verificarne lo stato e stabilire la misura in cui ha influito sul disastro.

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