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Cronaca

Piaggio Aero: procedura di licenziamento collettivo per 132 dipendenti

Preoccupazione di sindacati e mondo politico ligure, chiesta convocazione urgente al Mise

Licenziamento in vista per 132 dipendenti di Piaggio Aerospace, di cui 89 genovesi. La conferma arriva direttamente dall'azienda, di proprietà di Mubadala Development Company, società del governo degli Emirati arabi uniti: «Si tratta di una decisione difficile ma necessaria - si legge in una nota -  coerente con le linee guida del nuovo piano industriale annunciato alle parti sociali lo scorso mese di luglio, il cui obiettivo ultimo è garantire un futuro sostenibile all'azienda e alle persone che vi lavorano. L'azienda attiverà ogni possibile iniziativa, d'accordo con il sindacato, per gestire al meglio questa fase di transizione». 

Immediate le reazioni dei sindacati: «La Fim Cisl è incredula - dice Alessandro Vella, vice segretario generale - dopo le rassicurazione avute dal ministro Calenda a Palazzo Chigi il 9 agosto, e ancora pochi giorni fa dal sottosegretario De Vincenti. Chiediamo una convocazione urgente al Ministero dello Sviluppo Economico per capire cosa sta succedendo e che fine ha fatto il "dialogo" fra i governi. Rimarcando l'accordo del 2014, non si può pensare di fare dei piani industriali che vedano come primo elemento una dichiarazione di esuberi». 

«La Piaggio non mantiene mai i propri impegni - attacca Antonio Caminito della Segreteria Fiom-Cgil Genova - Prima ha stracciato l’accordo di programma, poi ha disegnato un nuovo piano industriale disdettando un accordo firmato presso il Governo solo 24 mesi prima; ha  messo in discussione gli ammortizzatori, si è disimpegnata sul Service sui motori e sulle aree di Genova che erano lo strumento per ricollocare i cassintegrati e ora attiva la procedura per licenziare 132 lavoratori oggi in cassa integrazione. 

Ora basta: se esiste una trattativa in corso e contemporaneamente si avvia la procedura per licenziare 132 lavoratori vuol dire che la trattativa  è finita male o la trattativa non c’è mai stata, l’azienda va avanti con il suo piano di dimezzamento del personale. A chi non ha ancora capito, e sono tanti, non siamo in presenza solo del licenziamento di 132 lavoratori di per sé fatto gravissimo, ma dello spezzatino di un’azienda in cui molti, a partire da Renzi, avevano garantito interessamento e soluzioni, basta leggere recenti interviste. Chiediamo al Governo di intervenire subito sulla proprietà avviando un confronto immediato chiedendo quelle bocce ferme che avrebbe già dovuto chiedere e che fissi già oggi una data per l’incontro presso il Ministero alla presenza del Ministro per fare il punto della situazione: chiediamo cioè che il Governo mantenga gli impegni presi». 

Preoccupazione anche dal mondo politico: «Riteniamo grave che ciò accada prima che il ministro Calenda abbia riconvocato l’incontro con l’azienda - dicono i consiglieri regionali del Pd ligure Raffaella Paita, Luigi De Vincenzi e Giovanni Lunardon - Chiediamo al Governo di seguire attentamente questa vicenda, per garantire un futuro ai lavoratori, scongiurando un piano industriale che porterebbe allo smembramento di un’azienda strategica per l’Italia e per la Liguria. Per quanto ci riguarda questa discussione deve ripartire al Mise, sgombrando il tavolo dai licenziamenti, dall’accordo di programma siglato nel 2014». 

«Si tratta di una scelta gravissima, la prima della nuova dirigenza dopo l’avvicendamento dell’amministratore delegato voluto dalla proprietà, che sconfessa totalmente l’accordo di programma siglato nel 2014 con il Governo» commentano poi Alessandro Terrile, segretario Pd Genova, insieme agli onorevoli Lorenzo Basso e Mario Tullo.

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