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Cronaca

Emergenza greggio, finita la settimana nera per Genova

Revocato dalla Capitaneria di Porto lo stato di emergenza locale. In mare le chiazze sarebbero state quasi interamente recuperate. Iniziano ora i lunghi e complicati lavori di bonifica a lungo termine

Si chiude con un sospiro di sollievo la settimana nera di Genova: dopo 7 giorni di lavori incessanti, molta paura e preoccupazione, la situazione alla foce del Polcevera sarebbe finalmente sotto controllo e il pericolo per il mare sarebbe stato scongiurato, tanto da spingere la Capitaneria di Porto a revocare lo stato di emergenza locale richiesto in seguito allo sversamento di petrolio.

Il lavoro dei mezzi di spurgo a terra e in mare hanno consentito di arrivare ieri all’eliminazione del 95% del prodotto sversato domenica 17 aprile con la rottura dell’oleodotto Iplom, e il costante monitoraggio della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto ha evidenziato che in mare aperto resta solo una piccola chiazza di iridescenza, comunque in via di dissolvimento, nella zona di Varazze. In mattinata l’aereo della Guardia Costiera, in questi giorni impegnato a sorvolare il mare per mappare la situazione, tornerà ad alzarsi per effettuare nuove ricognizioni: il Ponente resta u sorvegliato speciale, ma l’emergenza sarebbe «finalmente quasi finita - ha fatto sapere il presiedente della Regione, Giovanni Toti, ieri in sopralluogo ala Foce del Polcevera - Basta allarmismi, sarà una grande stagione di sole e mare».

Con l’inizio della nuova settimana, dunque, eccezion fatta per la chiazza superficiale avvistata al largo di Varazze, proseguono le attività di monitoraggio lungo tutta la costa e iniziano quelle di bonifica a lungo termine, quelli che richiederanno più tempo e sforzi. E sempre per oggi è stato fissato lo stop dell’oleodotto Iplom dopo il sequestro dell’impianto da parte della Procura, che sta indagando per disastro ambientalo colposo, con i 240 dipendenti dell’azienda in cassa integrazione a rotazione.

«I lavoratori sono certamente tra le vittime, e non certo tra gli eventuali responsabili. Il giudizio su quanto accaduto non spetta al sindacato né ai lavoratori né a nessun altro, ma alla magistratura», ha fatto sapere in proposito Luca Maestripieri, segretario generale genovese della Cisl, aggiungendo che «C’è invece chi ha già allestito processi sommari e decretato le proprie sentenze, c'è chi vuole condannare a morte il lavoro perché a sua parere alternativo all'ambiente. Questo non possiamo accettarlo. In ballo c'è il futuro di 240 famiglie. Ancora una volta i soliti noti cavalcano questo genere di situazioni e così facendo raccolgono consensi per sé e adesioni "di pancia" tra i cittadini che sono stati danneggiati e ai quali la Cisl esprime la propria solidarietà. Il tema non è contrapporre il lavoro all'ambiente, ma impegnarsi per migliorare la sostenibilità ambientale delle realtà produttive del nostro territorio».

«Chiediamo alle autorità cittadine, regionali e statali - conclude Maestripieri - di aprire subito un tavolo con i sindacati per affrontare la questione del lavoro. Chiediamo a tutti i cittadini di non dimenticare i lavoratori e le loro famiglie».

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