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Cronaca

Ferrovie: la Voltri-Nervi fra le dieci peggiori d'Italia

Nella classifica delle dieci peggiori tratte ferroviarie italiane troviamo la Genova Voltri-Genova Nervi che vede peggiorare anno dopo anno la condizione dei pendolari questa linea utilizzata da almeno 25.000 viaggiatori al giorno

Genova - La Circumvesuviana, la Roma Viterbo, la Padova-Venezia, la Palermo-Messina: tra riduzioni delle corse, lentezza, disservizi e sovraffollamento, sono solo alcune delle tratte ferroviarie peggiori d’Italia. Una triste classifica presentata oggi da Legambiente, che annuncia una giornata di mobilitazione il 18 dicembre per chiedere più treni per i pendolari, nuove carrozze e servizi migliori. Sabato 15 e domenica 16 dicembre sciopero regionale dei treni.

Riparte così Pendolaria, la campagna dell’associazione dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno. Perché la vita dei pendolari, purtroppo, non migliora, ma si fa sempre più incerta. Quest’anno, infatti, a fronte di tagli del servizio e aumenti del prezzo dei biglietti in diverse regioni, i disagi per i fruitori del trasporto pubblico su ferro sono largamente aumentati, complici governo e amministrazioni regionali.

«Quella dei treni per i pendolari - dichiara il presidente di Legambiente Liguria Santo Grammatico - è una vera e propria emergenza nazionale con gravissime ripercussioni sociali ed economiche. Negli ultimi anni il servizio è andato peggiorando per la riduzione e l’incertezza delle risorse, che ha portato ad avere treni sempre più affollati, in ritardo e con le solite vecchie carrozze. È vergognoso che gli stanziamenti erogati dalla Regione Liguria per questo servizio siano stati pochissimi in questi anni e che si veda all’orizzonte una deriva che mette in discussione il diritto alla mobilità di chi lavora o di chi è in cerca di lavoro, studenti, turisti, cittadini tutti. La nostra mobilitazione a fianco dei pendolari punta a cambiare questo stato di cose, Governo e Regioni devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro».

Nella classifica delle dieci peggiori tratte italiane troviamo la Genova Voltri-Genova Nervi che vede peggiorare anno dopo anno la condizione dei pendolari questa linea utilizzata da almeno 25.000 viaggiatori al giorno, con problemi di sovraffollamento e una velocità media di 25 km/h. Non ultimo in queste settimane un deciso aumento della soppressione di molti treni utili ai pendolari anche in orari di punta, comunicati all’ultimo istante.

Ma non se la passano certo bene le altre linee ferroviarie liguri. Solo per citarne alcune: sulla Genova-Acqui sono le frane, il dissesto idrogeologico e gli investimenti che tardano ad arrivare a mettere in difficoltà i pendolari, che impiegano per percorrere i 61 chilometri dalla cittadina piemontese a Genova Brignole, non meno di un ora e mezza. Così come la Genova-Busalla-Isola del Cantone-Ronco Scrivia, che invece di essere valorizzata con un servizio adeguato è trattata come fosse una linea periferica di montagna, con frequenze che al massimo raggiungono la mezz'ora per brevi fasce orarie e "buchi" di servizio a metà mattinata di oltre 2 ore.

E non si può dimenticare neanche la difficilissima situazione del ponente ligure dove, per percorrere i 150 km che separano Ventimiglia dal capoluogo, si impiegano se va bene oltre 2 ore. Qui oltre ad avere ancora il binario unico presente in molti tratti, sono stati eliminati o disabilitati dei binari di precedenza che permettevano di superare in parte il problema del singolo binario.

«Va cambiata la cultura di chi ha sempre ritenuto il trasporto pubblico un optional – continua Santo Grammatico –  preferendo investire in infrastrutture stradali e autostradali. Oggi gli investimenti devono essere dirottati dalle grandi opere alle opere più utili e vicine ai cittadini. Invece si continua a sostenere la perversa spirale dei tagli ai servizi con l’aumento delle tariffe e a smontare l’infrastruttura del servizio pubblico».

Dai dati elaborati da Legambiente è evidente come negli ultimi anni questo atteggiamento sulle politiche del trasporto su ferro non sia episodico ma sistematico.

Con Pendolaria Legambiente Liguria lancia anche un appello per mantenere l’integrazione tariffaria messa in discussione in queste settimane da Amt e Trenitalia e che riguarda migliaia di cittadini.

Cancellare il biglietto integrato o aumentare i costi è scorretto – conclude la nota dell’associazione ambientalista – e il risultato sarà di veder allontanare ancora di più gli utenti dal servizio di trasporto pubblico, costretti loro malgrado ad utilizzare per i loro spostamenti auto o scooter. Queste scelte rappresentano un ulteriore indicatore del degrado del servizio che rischia concretamente di trasformarsi in un danno economico per i cittadini con ripercussioni ambientali per tutta la collettività. L’integrazione tariffaria, che dovrebbe diventare regionale per soddisfare il bacino d’utenza ligure, rappresenta un passo fondamentale per sviluppare l’intermodalità tra i diversi mezzi che gli utenti utilizzano in Liguria per spostarsi, in particolare mediante l’opzione bus più treno.

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