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Cronaca

Speranze infrante per le orche genovesi: rientrate nuovamente in porto

Nel pomeriggio di lunedì il pod è uscito dal bacino portuale, nuotando verso il largo: intorno alle 18 ancora non aveva fatto ritorno, e la speranza era che si fossero allontanate una volta per tutte

Niente da fare: le orche che da 10 giorni nuotano nel fazzoletto di mare davanti alla costa del ponente genovese non sono ancora pronte a lasciare il bacino portuale di Pra’-Voltri. Le speranze si erano accese lunedì pomeriggio, quando poco prima delle 16 erano state viste uscire e in serata ancora non erano tornate, ma in mattinata gli esperti di Whalewatch hanno nuovamente avvistato le pinne nere in rada.

«Le orche sono rientrate nuovamente - fanno sapere da Whalewatch all'alba di martedì - È possibile che queste incursioni fuori dal porto vengano effettuate per cacciare e che il tutto termini dopo poco ore con il rientro “alla base”». La Guardia Costiera, intanto, continua a tenere d’occhio le onde cercando di individuare il corpo del cucciolo, abbandonato dalla mamma dopo giorni di strazio in cui ha provato inutilmente a farlo tornare in vita.

Orche, le riprese aeree confermano la morte del cucciolo. Video

Nel pomeriggio di lunedì l'uscita del pod aveva lasciato ben sperare: «A differenza degli altri giorni, sicuramente sono usciti solo i 4 esemplari adulti senza il cucciolo - avevano scritto i volontari di Whalewatch, che dal 2 dicembre sono tra i tanti a monitorare il pod - Non ci rimane che sperare in un risveglio diverso da questi ultimi 9 giorni». A corredo dell’aggiornamento, un breve video in cui si vedono i cetacei nuotare tra le onde del mare agitato dal vento, e un campione di vocalizzi emessi solitamente dai gruppi di orche durante la "navigazione": suoni primordiali che vengono utilizzati per l'orientamento, il rilevamento delle prede e per la comunicazione nel gruppo.

«Diversi tipi di suoni svolgono diverse funzioni per le orche. I clic (clicks) di ecolocalizzazione, per esempio, vengono utilizzati per l'orientamento e il rilevamento delle prede - spiegano da Menkab - Il respiro del mare - I fischi (whistles) sono suoni ad alta frequenza tipicamente usati dalle orche in contesti sociali. Infine le "chiamate pulsate" (pulsed calls) sono suoni comunicativi che si ritiene abbiano un ruolo nel coordinamento dei comportamenti e nel mantenimento della coesione di gruppo».

Proprio mamma orca, e la sua caparbietà nel portare con sé il piccolo morto, hanno reso la presenza dei cetacei nel mar Ligure ancora più straordinaria. In tanti sono rimasti colpiti dalla dimostrazione di amore estremo che è andata in scena nelle acque portuali, un inno al legame primordiale tra animali intelligentissimi che è diventata anche una metafora del “lasciare andare”: «Prima o poi mamma orca si rassegnerà e lascerà andare il suo piccolo», hanno assicurato gli esperti, preoccupandosi però che la permanenza dei cetacei in rada, dove non possono alimentarsi correttamente, potesse risultare fatale a tutto il gruppo. 

E come mamma orca non ha abbandonato il piccolo sino all’ultimo, neppure gli altri membri della famiglia hanno voluto lasciarla, restandole accanto durante l’elaborazione del lutto, rinunciando a loro volta a nutrirsi per solcare le onde con lei. Una manifestazione di amore incondizionato che come spesso accade arriva dal mondo animale, e che ha suscitato in tutti coloro che hanno assistito un unico desiderio: osservare le pinne nere allontanarsi definitivamente dalla costa verso il mare aperto, e non vederle tornare più.

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