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Cronaca Sestri Levante

Omicidio di Sestri Levante, due agguati per uccidere Olivieri

Arrestati nella notte Gesonita Barbosa, ex moglie dell'artigiano 50enne, e il nuovo compagno, Paolo Ginocchio: secondo gli investigatori è stata lei a istigare l'uomo, che la notte del 23 novembre scorso è entrato in azione

Attirato in cantina con un pretesto, la corrente saltata, poi aggredito alle spalle nel buio, colpito alla testa più volte e infine strangolato con alcune fascette da elettricista: è morto così Antonio Olivieri, l’artigiano 50enne trovato senza vita nel suo palazzo di viale Roma, a Sestri Levante, la mattina del 23 novembre scorso. A ucciderlo, secondo gli investigatori, sarebbe stato Paolo Ginocchio, 45enne originario di Cogorno, istigato dalla compagna, la 35enne brasiliana Gesonita Barbosa, che di Olivieri era l’ex moglie. Entrambi sono stati arresatti nella notte.

Come si è arrivati all’arresto

Quello che per tutti era diventato “il giallo di Sestri Levante” è arrivato a una svolta lunedì notte, quando gli agenti della Squadra Mobile del dirigente Marco Calì hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal pubblico ministero Pier Carlo Di Gennaro: la Barbosa e Ginocchio sono stati arrestati nella casa che condividono a Cavi di Lavagna e trasferiti in carcere, in attesa della convalida dell’arresto, fissata per mercoledì mattina. Ai poliziotti non hanno detto nulla, fedeli a quello che avevano dichiarato nel corso dei primi interrogatori dopo l’omicidio: erano insieme, a casa, e da lì non si sono mossi. 

Eppure i tabulati telefonici, e soprattutto le immagini delle telecamere di sorveglianza di Lavagna e Sestri Levante (oltre 24 ore di riprese passate al setaccio minuziosamente dai poliziotti della Mobile), raccontano tutta un’altra storia: l’auto di Ginocchio, immortalata chiaramente, avrebbe lasciato una prima volta Cavi alle 23 del 22 sera, sarebbe arrivata nei pressi del palazzo di Olivieri intorno alle 24, poi sarebbe nuovamente ripartita alla volta di Cavi per ritornare a Sestri intorno alle 5 della mattina del 23 e restarci sino alle 6. L’orario in cui, secondo gli investigatori, il delitto sarebbe stato commesso. Ma in che modo?

La ricostruzione dell'omicidio

Stando alle ricostruzioni, Ginocchio, pressato dalla Barbosa, avrebbe fatto un primo tentativo di uccidere Olivieri proprio la sera del 22: le telecamere della zona hanno ripreso un uomo che scavalca il muretto sul retro del palazzo, e i contatori hanno registrato un’interruzione di corrente tra le 23 e le 24. La trappola, però, non è scattata: l’artigiano e i figli probabilmente dormivano già, e non si sono accorti dell’assenza di luce. Ginocchio allora sarebbe tornato a casa per fare un altro tentativo la mattina seguente: alle 6 l’ex barista (da qualche anno si era "riciclato" montatore di mobili) si sarebbe nuovamente introdotto nel palazzo dal retro, sarebbe andato in cantina e lì avrebbe staccato la luce, spingendo Olivieri, già sveglio per andare a lavorare, a scendere per controllare. Una condanna a morte: sorpreso nel buio, l’artigiano è stato colpito barbaramente con un oggetto che ancora non è stato ritrovato, e poi finito con le fascette.

Le prove a carico della coppia

Proprio le fascette hanno contribuito a costruire l’impianto accusatorio: nell’auto di Ginocchio, nascosta nel vano della ruota di scorta, gli investigatori hanno trovato una confezione di fascette da elettricista numerate in serie da cui ne mancavano alcune. E quelle ritrovate addosso a Olivieri presentano lo stesso numero di serie di quelle che mancano nella confezione. 

Non solo: i messaggi ritrovati nel cellulare della Barbosa e di Ginocchio mostrano una conversazione in cui il secondo chiede alla prima di cancellare tutti gli sms scambiati, e le intercettazioni mostrano la posizione degli smartphone di entrambi nelle ore precedenti al delitto. La Scientifica sta inoltre terminando le analisi sui rilievi fatti in cantina e nel palazzo, così come sull'auto e sugli abiti di Ginocchio, passati al setaccio in cerca di tracce di sangue. Sono stati sequestrati anche i cellulari di entrambi, analizzati proprio in queste ore.

Il movente 

Nulla lascia pensare che la Barbosa fosse presente nel palazzo di viale Roma al momento dell'omicidio, ma è certo, per gli investigatori, che sia lei la mente dietro il delitto: stanca delle continue liti con l’ex marito, da cui si stava separando a colpi di denunce e contro denunce (era stata condannata per avergli bruciato lo scooter), la Barbosa si trovava in pessime acque finanziarie. E i conti di Olivieri, ufficialmente ancora suo marito, erano a portata di mano: bastava farlo sparire, e i soldi sarebbero finiti nelle mani di quella che formalmente era ancora sua moglie. Una donna con una dipendenza da alcol e gioco d’azzardo, e con diversi piccoli precedenti penali. L'accusa, per lei e per Ginocchio, è di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Cui si aggiungerà quasi certamente la premeditazione, alla luce del piano ordito dalla coppia per uccidere l'artigiano.

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