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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Lumarzo

Delitto di Lumarzo, ricerche estese anche alle discariche. Attesa per i test del Ris

I carabinieri hanno passato al setaccio le ecoballe che contengono i rifiuti prodotti da Claudio Borgarelli, nipote della vittma e principale sospettato per l'omicidio, nella speranza di trovare tracce della testa del pensionato

Tonnellate di rifiuti passate al setaccio, alla ricerca di ogni più piccolo indizio che potrebbe contribuire a fare luce sull’identità dell’assassino di Albano Crocco, il pensionato di 68 anni ucciso e poi decapitato nei boschi dei Craviasco, sopra Lumarzo, lo scorso 11 ottobre: non lasciano nulla di intentato, i carabinieri del Reparto Operativo di Genova, da più di due settimane impegnati su un delitto che ha scosso un’intera vallata e che ha assunto contorni inquietanti dopo la scomparsa della testa dell’ex infermiere.

Ed è proprio per battere ogni strada possibile che potrebbe portare al ritrovamento, non solo della testa, ma anche delle armi con cui Crocco è stato ucciso (molto probabilmente un machete e un fucile da caccia), che i militari hanno rintracciato nella discarica di Rio Marsiglia, a Tribogna, diverse ecoballe provenienti da Craviasco, mucchi di rifiuti pressati prodotti da Claudio Borgarelli, nipote della vittima e al momento principale sospettato dell’omicidio, e perquisito tutti i cassonetti e i bidoni dell’immondizia presenti sul percorso che lui stesso ha rivelato di avere compiuto la mattina del delitto.

L’ipotesi è che l’uomo possa essersi disfatto della testa o delle armi gettandoli via, nella speranza che venissero eliminati nel processo di smaltimento, ma a oggi, nonostante le ricerche e i video delle telecamere di sorveglianza di casa sua che lo mostrano con in mano un sacchetto intorno all'ora del delitto, non è saltato fuori nulla di significativo, né materiale organico visibile né metallo. Gli esperti della Scientifica hanno comunque prelevato alcuni campioni su cui verranno effettuati test di comparazione con il dna di Crocco, nell’attesa che quelli più importanti, effettuati sui suoi abiti e sul materiale trovato sotto le sue unghie, possano confermare o meno la colpevolezza di Borgarelli.

Gli esami sono iniziati in mattinata nei laboratori del Ris di Parma, dove il dna di Borgarelli in queste ore viene confrontato con quello trovato sugli abiti e sul corpo dello zio, e dove i tecnici controlleranno eventuali corrispondenze e tracce sul materiale sequestrato nella sua villetta all’imbocco del sentiero su cui è stato trovato il corpo: vestiti, diversi coltelli (tra cui un machete, con cui è stato spesso avvistato in giro), una pistola regolarmente detenuta e altri oggetti che potrebbero presentare tracce importanti.

La tensione, in attesa di conoscere il risultato dei test è sempre più alta: a oggi tutti gli indizi sembrano puntare su Borgarelli, difeso dall’avvocato Antonio Rubino, che continua a proclamare la sua innocenza. La famiglia intanto ha fissato per sabato il funerale di Crocco, dopo giorni trascorsi nella speranza vana di poter ricomporre la salma.

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