rotate-mobile
Cronaca

Omicidio del Lagaccio, tra impronte e dna si cerca ancora il complice

Ancora nessuna traccia del pusher senegalese che, stando al racconto di Giuseppe Bonfiglio, fermato per il delitto di Anna Carla Arecco, avrebbe materialmente ucciso la pensionata

Proseguono le indagini sulla morte di Anna Carla Arecco, la pensionata di 85 anni barbaramente uccisa lo scorso 28 maggio in un palazzo di via del Lagaccio, il corpo nascosto malamente sotto il letto di un vicino di casa, il 34enne Pierluigi Bonfiglio. Proprio sul racconto di Bonfiglio, e sulla sua verifica, si concentrano adesso gli sforzi dei carabinieri del Nucleo Investigativo.

Fermato con l’accusa di omicidio e occultamente di cadavere e trasferito in carcere, Bonfiglio avrebbe infatti dichiarato davanti al magistrato Gabriella Marino di non essere stato solo al momento del delitto, ma soprattutto di non essere lui l’autore materiale, nonostante una prima dichiarazione fatta ai carabinieri in cui ammetteva di essere il responsabile.

Il 34enne, in cura al Sert per una grave dipendenza da droga e alcol, ha infatti sostenuto che l’omicidio sarebbe il risultato di una rapina finita male, un colpo orchestrato con il suo spacciatore - descritto come un giovane senegalese di nome Jordan - che avrebbe colpito e ucciso l’anziana donna mentre lui ne razziava l’appartamento alla ricerca di contanti e oggetti di valore.

La dichiarazione è dunque al vaglio dei carabinieri, che in questi giorni stanno setacciando l’abitazione di Anna Carla Arecco e quella al piano superiore, dove Bonfiglio vive con i genitori e nella cui camera ha nascosto il corpo per poi dormirci sopra tre notti, alla ricerca di tracce e indizi in grado di provare non soltanto la presenza del pusher, ma anche la sua esistenza. 

Dna, impronte, gocce di sangue: la Scientifica ha analizzato ogni centimetro dei due appartamenti e del palazzo alla ricerca di tracce, ma a oggi il risultato è stato negativo. Analizzati allo stesso tempo e con la stessa minuzia i tabulati telefonici di Bonfiglio, che ascoltato in carcere è risultato a tratti vaneggiante, così come il suo racconto. 

Ancora da chiarire, inoltre, l’ora del delitto: troppi i giorni trascorsi tra la morte e il ritrovamento del corpo per stabilirla con precisione, anche se i carabinieri sono riusciti a circoscrivere una finestra temporale basandosi sulle testimonianza dei familiari di Anna Carla Arecco. Le figlie della donna hanno infatti riferito di averla sentita l’ultima volta al telefono venerdì sera, e poi di averne perse le tracce. Preoccupate, sabato pomeriggio si sono recate nella sua abitazione per cercarla, senza trovare nessuno.

La borsa e il cellulare della donna erano abbandonati su un mobile, e alcuni oggetti di valore - alcuni anelli e altri preziosi - mancavano, segnale che ha preoccupato la famiglia spingendola a sporgere denuncia: presumibile dunque che la donna sia stata uccisa dopo le 19.30 di venerdì, o nella prima mattinata di sabato. Il fatto che sia stata la stessa pensionata stessa ad aprire la porta al suo carnefice, convinta di dovergli prestare aiuto (questo avrebbe raccontato Bonfiglio) pare escludere che il delitto sia avvenuto nella notte, quando la donna difficilmente avrebbe fatto entrare qualcuno in casa.

Il corpo di Anna Carla Arecco è stato trovato nella tarda serata del primo maggio dalla madre di Bonfiglio, che entrata in camera del figlio per sistemare la biancheria ha notato la donna sul pavimento sotto il letto, accusando immediatamente un malore. Stando all’analisi del medico legale, la pensionata sarebbe morta per diversi colpi alla testa inferti con un oggetto pesante, probabilmente un tondino di ferro. Gli investigatori restano convinti che a sferrare i colpi mortali sia stato Bonfiglio, come lui stesso avrebbe ammesso spontaneamente una volta rintracciato e portato in caserma prima di citare la presenza del presunto pusher-complice. Di cui, al momento, non si è però trovata alcuna traccia.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio del Lagaccio, tra impronte e dna si cerca ancora il complice

GenovaToday è in caricamento