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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Nuvola fungo" nei cieli genovesi: ecco cos'era

Lo spettacolo della natura di martedì 19 settembre ha tenuto decine di genovesi con il naso all'insù: Arpal spiega il fenomeno

Ha tenuto con il naso all’insù tutta Genova, “esplodendo” nel cielo al tramonto e tingendosi di rosso in una scena tanto bella quanto apocalittica: stiamo parlando della “nuvola fungo” che nel pomeriggio di martedì ha fatto la gioia di fotografi professionisti e amatoriali, e che ha inevitabilmente suscitato decine di domande.

Le vostre foto della "nuvola fungo"

Lo spettacolo della "nuvola fungo" incanta Genova | Foto

A cosa era dovuto, si sono chiesti i genovesi, l’effetto “atomico” della nube? La spiegazione arriva da Arpal: «La forma, osservata da tutta la costa ligure, ricorda quella di una supercella, ossia la nuvola temporalesca più potente; e anche la durata del fenomeno, che si è sviluppato indicativamente dalle 17 alle 22, è compatibile con tale struttura».

Possibili spiegazioni

Neppure la definizione di "supercella" sembra però essere del tutto adeguata per descrivere il curioso e spettacolare fenomeno. Mancano, infatti, quelli che Arpal definisce «ingredienti fondamentali per classificarla al 100% come tale: la rotazione dei venti al suo interno (il cosiddetto mesociclone), la dimensione “contenuta” ad alcuni kmq (più simili a un “embrione” di supercella), l’overshooting top molto limitato (è il risultato della forte corrente ascensionale, il cuore della supercella, la cui spinta è capace di sfondare la barriera della troposfera, ieri intorno agli 8 km di altezza), il calo di pressione al suolo molto limitato (iniziato già in mattinata), l’eco a uncino del radar solo abbozzato (la forma tipica dovuta alla rotazione interna dei venti)».

Le strumentazioni sembrano non avere fornito indicazioni più precise sull’origine della strana supercella: la centralina “più colpita” è stata a Sestri Levante, il luogo dove si sono avute le precipitazioni più intense lungo la costa, anche sotto forma di grandine. Ma sono stati misurati appena 5,2 mm fra le 18.25 e le 18.40; il conteggio dei fulmini è stato di circa 1500 (fonte lighting maps). 

Un fenomeno "imprevedibile"

La definizione più calzante, per Arpal, sembra essere dunque “supercella acerba”, e cioè una agglomerato di nubi “acceso” dalle condizioni atmosferiche di contorno, che non è però riuscito a maturare a vera e propria supercella. Dimostrazione, secondo Arpal, dell’estrema difficoltà di previsione della reale portata dei temporali: «Per quanto sia sembrata imponente e affascinante agli occhi degli osservatori, si è trattato di un evento meteorologico “piccolo”, non previsto da nessun tipo di modello, frutto di quella instabilità segnalata nel bollettino di martedì. Le immagini da satellite, sia nel campo del visibile, sia nell’infrarosso, mostrano il cielo quasi completamente sereno sul restante territorio regionale. I temporali sono fenomeni piccoli - conclude l’agenzia -regionale per la protezione ambientale - Impossibili da prevedere con il dettaglio che tutti vorremmo; possiamo solo indicare la probabilità di accadimento di fenomeni più o meno intensi, sulla base di indici temporaleschi e delle valutazioni effettuate dai previsori su tutta la colonna d’aria».

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