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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Carignano / Via Fieschi

Nodo ferroviario, ancora proteste in consiglio Regionale

I lavoratori nuovamente sul piede di guerra per l'annuncio dei 100 licenziamenti da parte del consorzio Fer.Gen. Approvato un ordine del giorno che impegna la Regione a fare da garante per l'occupazione

Ancora proteste da parte dei lavoratori edili impiegati nei cantieri per l’ampliamento del nodo ferroviario genovese, che questa mattina si sono dati appuntamento davanti alla sede della Regione, in via Fieschi, per chiedere un incontro con la giunta durante il consiglio Regionale.

I lavoratori protestano per la decisione, da parte del consorzio Fer.Gen, di licenziare 100 dipendenti: un annuncio che arriva dopo mesi di cassa integrazione, e che comporta di fatto la possibilità dell’invio di lettere di licenziamento gà a partire dal 7 dicembre, nonostante l’apertura di un tavolo di confronto ottenuta dopo un incontro con il prefetto Fiamma Spena, avvenuto la scorsa settimana, e il chiarimento di Rfi sulla disponibilità ad andare incontro alle richieste di stabilità dei lavoratori.

I sindacati denunciato in particolare che l’opera, già finanziata con oltre 620 milioni di euro, sia di fatto ferma perché priva di manodopera. Da qui la decisione di tornare a protestare in consiglio Regionale, i cui lavori si sono interrotti in mattinata proprio per consentire un incontro con i capigruppo, culminato con l’approvazione all’unanimità di un ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle che impegna la Regione a farsi garante per un accordo tra Rfi e Fer.Gen.

«Rfi fornisca documentazione scritta che attesti gli impegni presi per garantire continuità occupazionale e lavorativa - è la richiesta di Alice Salvatore, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione - La causa di tutti i mali è la famosa clausola del massimo ribasso stipulata nel 2009, al momento in cui è stato firmato l'accordo per i lavori del nodo ferroviario. Una grave mancanza da parte delle istituzioni, che già allora dovevano vigilare, per impedire che fossero presi accordi che non potevano essere onorati per servizi di pubblica utilità».

Nel pomeriggio i lavoratori sono attesi anche a Tursi, dove si riunisce il consiglio Comunale.
 

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