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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Lavagna

’Ndrangheta a Lavagna: confermate (ma ridotte) le condanne, per Mondello processo da rifare

Sentenza annullata in appello per l'ex onorevole dell'Udc ed ex sindaca di Lavagna nell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose in Comune. Pene confermate ma ridotte per gli altri

Sentenza annullata e processo da rifare per l’ex onorevole dell’Udc ed ex sindaca di Lavagna, Gabriella Mondello, al centro dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta nel Comune di Lavagna.

In primo grado l’ex campionessa di “Rischiatutto” era stata condannata a un anno e sei mesi, ma i giudici della corte d’appello hanno annullato la sentenza ritenendo il capo di imputazione troppo generico: «Sono contenta, i giudici si stanno rendendo conto che io non c’entro nulla», ha detto Mondello, assistita dall’avvocato Andrea Vernazza, al termine dell’udienza.

Confermate invece le condanne per gli altri protagonisti dell’inchiesta, anche se le pene sono stare ridotte. Un anno e sei mesi per l'ex sindaco di  Lavagna, Giuseppe Sanguineti, che in primo grado era stato condannato a due anni. I giudici lo hanno assolto dall'abuso di ufficio, ma è rimasta l’accusa di voto di scambio: «Sono abbastanza soddisfatto - ha detto Sanguineti a palazzo di giustizia - almeno abbiamo evitato l’ipotesi peggiore, quella di andare in prigione».

Anche per i presunti capi della “locale” di 'ndrangheta infiltrata a Lavagna hanno avuto le pene leggermente ridotte. Paolo Nucera è stato condannato a 16 anni e tre mesi (16 e otto in primo grado), Francesco Nucera 7 anni e 10 (da nove anni e sei mesi), Francesco Antonio Rodà 15 anni e sei mesi (15 anni e otto mesi). 

L'inchiesta “Conti di Lavagna” era deflagrata nel 2016 all’interno del Comune: quelli che per gli investigatori erano a capo dell’organizzazione erano finiti in carcere, ai domiciliari i politici coinvolti. Per l'accusa, garantendo favori agli esponenti della ‘ndrangheta, i politici si erano assicurati voti alle elezioni. Conseguenza diretta dell’inchiesta, oltre agli arresti, anche lo scioglimento del consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose e il commissariamento del Comune sino all’elezione del nuovi sindaco, Gian Alberto Mangiante, nel maggio del 2019.

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