Migranti a Multedo, assemblea di fuoco: contestato don Martino
Sabato di tensione nel ponente genovese per l'imminente apertura di un centro di accoglienza nell'ex asilo Contessa Govone. Dure critiche al direttore dell'ufficio diocesano Migrantes
Non si placa la polemica a Multedo, nel ponente genovese, per l’imminente apertura di un centro di accoglienza migranti nei locali dell’ex asilo delle suore della Neve Contessa Govone, in via delle Ripe, di proprietà della Curia.
Entro i primi di ottobre, infatti, il complesso dovrebbe accogliere circa 50 profughi in precedenza ospitati alla Fiera e poi nel Seminario del Righi: i lavori per preparare l’ex asilo all’arrivo dei migranti sono iniziati in sordina nelle scorse settimane, ma una volta arrivata la conferma ufficiale è esplosa la rabbia dei residenti. Che sabato hanno indetto un’assemblea pubblica nei giardini John Lennon alla presenza di don Giacomo Martino, direttore dell'ufficio diocesano Migrantes, intervenuto per tentare di fornire chiarimenti sul trasferimento.
Le argomentazioni dell'ufficio diocesano - che ha assicurato che i migranti verranno seguiti e accompagnati quotidianamente in un percorso di integrazione, frequentando una scuola come stabilito dal prefetto - non hanno però convinto i residenti, che oltre a raccogliere decine di firme contro il progetto hanno duramente contestato don Martino: «Ci sentiamo abbandonati», denunciano i cittadini di Multedo, che sottolineano le già difficili condizioni in cui versa il quartiere, stretto tra il porto petroli e un generale depopolamento.
La posizione dell'ex asilo, in una via chiusa e scarsamente illuminata, ha contribuito a inasprire ulteriormente le proteste: non ci sarebbero le condizioni, ha sottolineato anche il presidente del Municipio, Claudio Chiarotti, per aprire un centro di accoglienza e assicurare accoglienza e integrazione così come stabilito dalla Prefettura. Quella di sabato è l'ennesima assemblea indetta nel giro di pochi giorni, in un crescendo di tensione che venerdì mattina è culminato con un lancio di pietre contro la struttura, da cui però gran parte dei residenti hanno preso le distanze. Resta comunque fissato al primo ottobre il trasferimento dei migranti in via della Ripe.
