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Cronaca

Morandi, petizione per il progetto Cimolai/Calatrava. Bucci pensa alla "maxi cordata"

Un'associazione ligure chiede di scegliere l'impresa di Pordenone e il ponte ad arco dell'archistar spagnola. Il sindaco-commissario spera in una collaborazione come accaduto per la demolizione

«Il progetto per il ponte di Calatrava-Cimolai "ad arco" è quello che più piace ai genovesi, perché sarebbe un simbolo fortissimo di rinascita, diventando un'attrazione in tutto il mondo»: così l’associazione genovese “Che l’Inse” ha lanciato una petizione su Charge.org per chiedere al sindaco e commissario Marco Bucci di scegliere il progetto firmato dal colosso di Pordenone e dall’archistar Santiago Calatrava per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera.

«Pare che sia stato escluso dai progetti tra i quali il Commissario può scegliere per questione di costi, e non di tempi, che sono in linea con altre soluzioni», scrive l’associazione, nata nel 2013 per scopi di promozione sociale e per favorire «il recupero della coscienza culturale, storica, linguistica e identitaria ligure». 

La petizione, aperta l’8 dicembre, ha raccolto oltre 100 firme e ha l’obiettivo di arrivare almeno a 200: l’appello è a non escludere il progetto Cimolai/Calatrava per questioni economiche perché «Aspi deve pagare, e deve pagare quello che Genova richiede. Firmiamo per ammettere il progetto del Ponte "ad arco" tra quelli finalisti: i costi non devono essere la discriminante se è in gioco il futuro della nostra città».

Ricostruzione Morandi, Bucci tratta per una maxi cordata di aziende

L’idea di Bucci, in realtà, potrebbe mettere d’accordo tutti: il sindaco/commissario potrebbe decidere di portare avanti una serie di trattative per creare una “maxi cordata” composta da più aziende per la ricostruzione, proprio come accaduto per la demolizione, per cui è già stato scelto un progetto che vede collaborare 10 aziende. Se le trattative andassero in porto, sia il gruppo formato da Salini Impregilo-Fincantieri (che si sono ispirati al progetto di Piano) sia Cimolai potrebbero lavorare al nuovo ponte portando ognuno competenze specifiche finalizzate ad avere il prodotto migliore. 

La scelta dovrebbe arrivare il 14 dicembre, giorno che Bucci ha indicato come ultimo per la firma per l’affidamento dei lavori di ricostruzione. L’obiettivo resta quello di iniziare la demolizione il 15 dicembre, anche se l’inchiesta potrebbe mettere al commissario i “bastoni tra le ruote”: nonostante la sua determinazione, i tempi della procura vanno necessariamente rispettati e il 17 - cioè due giorni dopo il termine fissato da Bucci - è fissata l’udienza per l’incidente probatorio, passaggio chiave nell’inchiesta sul crollo. Dall’esito dipende non soltanto il via ai lavori di demolizione, ma anche il dissequestro, e dunque la riapertura, di via Perlasca: è probabile dunque che Bucci decida di rispettare l’impegno preso con i genovesi iniziando ad allestire il cantiere per la demolizione, ma che i lavori veri e propri (che dovrebbero partire dal lato Ovest e prevedere l’utilizzo di gru per lo smontaggio) prendano il via soltanto dopo il via libera della procura.

A dettare i tempi della demolizione pensano inoltre anche le pratiche per l’acquisizione delle case e delle aziende che rientrano nella zona rossa e nelle aree che diventeranno di cantiere: in questi giorni sono al lavoro 56 notai impegnati a seguire gruppi di sfollati, che si tratti di proprietari residenti, proprietari non residenti o inquilini, e le complicazioni legate a risarcimenti e indennizzi crescono giorno dopo giorno. Il termine fissato da Bucci per ultimare le cessioni resta comunque il 20 dicembre: se entro allora resteranno sfollati che non hanno firmato, scatterà l’esproprio dell’immobile, e dall’indennizzo verrà tolto il 10% del valore complessivo.

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