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Cronaca

Inchiesta Morandi, Bruno Santoro in tribunale per l'interrogatorio

Davanti ai magistrati il dirigente della Vigilanza delle concessioni autostradali ed ex membro della commissione ispettiva istituita dal ministero dei Trasporti

Prosegue l’inchiesta sul crollo di ponte Morandi, con i 20 indagati per la tragedia attesi tutti in tribunale per gli interrogatori nelle prossime settimane. Sabato è stato il turno di Bruno Santoro, dirigente della Divisione 1 (Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione) ed ex membro della commissione ispettiva incaricata inizialmente dal Ministero dei Trasporti di far luce sulle cause del crollo. 

Ex, perché Santoro aveva rassegnato le dimissioni nei giorni successivi alla sua iscrizione nel registro degli indagati, così come fatto dal professor Antonio Brencich. Era stato invece sollevato dall’incarico Roberto Ferrazza, provveditore alle opere pubbliche di Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta. Davanti ai pm, contrariamente agli indagati che si sono già presentati in tribuynale per gli interrogatori, il dirigente ha parlato, spiegando che «io con il progetto di retrofitting non c’entro nulla. Sono arrivato alla Divisione 1 il 23 marzo 2018, quando ormai l’iter di approvazione era già concluso». 

Santoro deve rispondere delle accuse di disastro colposo, omicidio colposo stradale plurimo e omicidio colposo plurimo aggravato dal mancato rispetto della normativa anti-infortunistica. Nelle scorse settimane sono già comparsi davanti ai magistrati i 4 membri del comitato tecnico del Provveditorato (Salvatore Buonaccorso, Giuseppe Sisca, Mario Servetto e Brencich); e l’attuale direttore del Primo tronco di Autostrade, Stefano Marigliani, e il suo predecessore, Riccardo Rigacci. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, restando in silenzio davanti al pool della procura.

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