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Cronaca

Morandi, a terra un'altra trave con modalità "anti amianto". Ispezione antimafia nel cantiere

I demolitori hanno irrigato costantemente la sezione e posizionato una serie di teli per la raccolta dell'acqua, che viene poi smaltita

Ha toccato terra poco dopo le 15 (per la precisione, alle 15.26) la trave numero 4 del troncone ovest del ponte Morandi, la quinta a essere tagliata e calata nell’ambito delle operazioni dello smontaggio meccanico di quanto resta del viadotto sul Polcevera.

Le operazioni sono iniziate nella notte tra mercoledì e giovedì, rallentate di qualche giorno a causa del forte vento e soprattutto degli accorgimenti necessari per garantire la massima sicurezza a demolitori e cittadini alla luce della riscontrata presenza di amianto. E così mercoledì intorno alle 21 gli uomini di Omini, Fagioli, Ipe Progetti e Ireos hanno iniziato le operazioni di taglio della sezione di impalcato tra le pile 3 e 4, cambiando in corsa la procedura rispetto a quanto fatto per le quattro precedenti. 

Cambia la procedura: irrigazione continua e teli impermeabili

I demolitori hanno quindi smontato e movimentato la gigantesca porzione di calcestruzzo, 920 tonnellate di  peso, a 45 metri di altezza, sotto la supervisione di personale dell’Asl e alla luce degli obblighi imposti dalle normative previste in caso di presenza di amianto, finalizzate  a neutralizzare le polveri: l’intera operazione di taglio è stata sottoposta a irrigazione continua, l’acqua raccolta e poi smaltita grazie all’installazione di un telo impermeabile al di sotto dell’impalcato, in corrispondenza del giunto tampone-cantilever. 

Il telo, largo 3 metri e lungo 30, ha avvolto e fasciato la parte di impalcato interessata dal taglio, è stato ancorato alle estremità alle strutture in acciaio cantilever Fagioli mediante un cavo in acciaio e lungo il suo sviluppo attraverso funi di ancoraggio fissate in più punti al cemento armato, per mitigare l'azione del vento e impedire spostamenti. L’acqua raccolta è stata quindi aspirata da elettropompe posizionate sull’impalcato.

L’utilizzo di acqua ha reso necessario proteggere anche la strumentazione necessaria per effettuare i tagli, in modo da indirizzare gli schizzi verso il telo. Alla base delle pile, in corrispondenza dei tagli, sono quindi stati posizionati dei teli impermeabili per raccogliere l’acqua che avrebbe potuto fuoriuscire dai teli superiori.

L'operazione si è conclusa senza imprevisti, banco di prova, forse, della demolizione meccanica che potrebbe riguardare anche il troncone est. Per cui a oggi non esiste ancora un piano definito: nei prossimi giorni verranno effettuati una serie di carotaggi per accertare la presenza di amianto, e a quel punto sarà compito dei demolitori, e della struttura commissariale, mettere a punto un piano che rispetti i rigidi protocolli previsti in caso di presenza di amianto in opere da demolire.

Ispezione antimafia  in cantiere

Sempre mercoledì, su disposizione del Prefetto di Genova, i cantieri di demolizione e ricostruzione sono stati  inoltre oggetto di un secondo sopralluogo contro le infiltrazioni mafiose disposto dalla prefettura e condotto da uomini della Questura, del Comando Provinciale Carabinieri e della Guardia di Finanza e del Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, diretti e coordinati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Genova.

All’operazione hanno partecipato in totale 57 operatori, che hanno proceduto al controllo di 115 persone, 101 mezzi e 52 aziende presenti nel cantiere. L’iniziativa, rende noto la prefettura, rientra nell’attività di controllo dei cantieri in chiave di prevenzione antimafia che fa capo al prefetto e che è finalizzata a contrastare l’infiltrazione delle organizzazioni criminali di tipo mafioso nei lavori pubblici. 

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