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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Accuse di falso alla mostra su Modigliani, botta e risposta tra Pepi e il Ducale

Luca Borzani, presidente di Palazzo Ducale, risponde a Carlo Pepi, l'esperto d'arte che nei giorni scorsi ha definito «falsi plateali» almeno 10 opere in esposizione a Genova

«Stupiti», di certo amareggiati, pronti a «ricorrere alle vie legali a tutela della propria immagine»: così Luca Borzani, presidente di Palazzo Ducale, e MondoMostre Skira, la società che ha firmato la mostra su Amedeo Modigliani a Genova, rispondono a Carlo Pepi, esperto d’arte che nei giorni scorsi ha lanciato un’accusa pesantissima per il mondo dell’arte in generale, per il capoluogo ligure in particolare. E cioè che 13 delle opere in mostra al Ducale firmate da Modigliani siano «palesemente dei falsi».

Il caso è deflagrato lunedì, quando Pepi, dalla sua pagina Facebook, ha reiterato le accuse di falso e, intervistato anche da Genova Today, ha sottolineato di avere ottenuto l’appoggio di Marc Restellini, anche lui esperto di “Modì” e curatore della Pinacoteca di Parigi: «Non ho visitato la mostra - ha spiegato da Crespina, il paesino in provincia di Pisa dove vive - ma mi è bastato vedere il catalogo: almeno 10 opere sono platealmente false, tra cui il Nudo disteso e il Ritratto di Maria. Su altre 3 ho dubbi, dovrei esaminarle da vicino, anche se credo siano false anche quelle».

Un’accusa, come detto, pesantissima, proveniente da un uomo che nel 1984 fu primo e unico a definire false le teste trovate nei fossi di Livorno e attribuite da molti esperti a Modigliani: la voce di Pepi si sollevò da subito, smentendo l’attribuzione al celebre artista livornese, e saltò fuori che gli “autori” delle teste erano alcuni studenti decisi a giocare un tiro mancino al mondo dell’arte. Da allora Pepi ha fatto della denuncia dei falsi di Modigliani una missione, che nei giorni scorsi è arrivata sino a Genova.

Immediata la risposta: «La mostra di Modigliani, realizzata da Palazzo Ducale e MondoMostreSkyra, ha un curatore prestigioso, Rudy Chiappini, che già direttore del Museo d’Arte Moderna di Lugano, ha curato in passato mostre d’arte internazionali, dal Moma a Palazzo Reale di Milano e, sempre in Italia, un’esposizione su Modigliani al Vittoriano di Roma nel 2006».

Chiappini aveva già risposto all’Ansa, spiegando che «non conosco Carlo Pepi, che pure viene definito 'un grande esperto di Modigliani' e non mi risultano sue pubblicazioni scientifiche e mostre curate sul grande livornese. So solo che ha avuto divergenze su alcune opere con gli Archivi (il riferimento è alla decisione, da parte di Pepi, di lasciare il consiglio degli Archivi Modigliani proprio per divergenze riguardo all’autenticazione di opere, ndr) e vedo che basa il suo giudizio su semplici intuizioni tutte sue, fatte oltretutto basandosi sulla riproduzione in catalogo. Parla di falsi, ma poi ammorbidisce il tono e invita alla verifica».

Chiappini, prosegue Palazzo Ducale, prende in considerazione due delle opere esposte e descritte da Pepi prima come false e poi come dubbie: il grande nudo (il 'Nudo disteso'), già esposto in grandi occasioni anche a Bonn, e il ritratto di Chaim Soutine esposto a Pisa nel 2014 e a Torino nel 2015 «in due mostre curate dal Centre Pompidou - ha detto Chiappini - Non hanno suscitato alcuna riserva. Eppure Pepi è toscano, a Pisa avrebbe potuto andare a vederlo».

In particolare, sottolineano dal Ducale, le opere esposte in mostra provengono da grandi musei, tra cui la Pinacoteca di Brera, il Museo del Novecento di Milano, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il Musée de l’Orangerie e il Musée Picasso di Parigi, il Fitzwilliam Museum di Cambridge e il Musée des Beaux-Arts di Anversa: «Per quanto riguarda le collezioni private sono tutte opere più volte esposte o pubblicate su importanti cataloghi. Palazzo Ducale non conosce l’autorità scientifica del Signor Pepi, ma ritiene che la scelta di Rudy Chiappini come curatore sia una scelta di assoluta garanzia per il pubblico e per la qualità scientifica della mostra».

Nessun dubbio dunque da parte di Palazzo Ducale, che si è detto pronto a passare alle vie legali, mentre Pepi, inizialmente restio a venire a Genova per osservare da vicino le opere, sembra avere cambiato idea: potrebbe presto arrivare nel capoluogo ligure con un altro esperto, per sostenere di persona le sue supposizioni. 

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