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Cronaca Masone

Masone, animalisti in rivolta per difendere il branco di "mucche ribelli"

I bovini, scampati a un allevamento lager, hanno conquistato la libertà e scorrazzano liberamente per boschi e cambi, distruggendo le coltivazioni e spaventando i residenti. Da qui l'idea, contestata, di abbatterli

Da una parte il sindaco e i residenti di Masone, letteralmente “assediati” da un branco di mucche sfuggite a un allevamento lager, dall’altra chi difende a spada tratta i bovini, che negli ultimi tempi hanno seminato distruzione nelle coltivazioni della zona, tanto da spingere le autorità a prendere in considerazione l’idea di abbatterli.

La bizzarra vicenda che ha per protagonista il “branco ribelle” tiene banco ormai da qualche tempo nell’entroterra genovese, soprattutto sulle alture di Mele, dove mucche e tori scorrazzano liberamente per i boschi e i campi. I capi erano stati salvati qualche anno fa da un allevamento accusato di maltrattamenti, ma al momento della cattura alcuni erano riusciti a scappare verso la liberà. Tori compresi, che nel corso del tempo hanno contribuito a far aumentare il numero dei componenti del branco, ormai allo stato brado e incontrollabile

Ed è per difendere le coltivazioni, e preservare l’incolumità di chi potrebbe ritrovarsi sulla strada, a piedi o in auto, una mucca o un toro irascibili, che il sindaco di Masone, Enrico Piccardo, ha lanciato l’idea di sfruttare un drone per individuare il branco nei boschi dove ha trovato rifugio, e procedere all’abbattimento almeno dei tori, evitando così che il fenomeno vada ulteriormente fuori controllo. La notizia ha però scatenato le proteste degli animalisti, che oltre a schierarsi compatti contro la decisione del sindaco hanno deciso di firmare una petizione online in cui puntano il dito contro la scelta di «condannare a morte” i bovini.

«Da quando sono stati liberati dall’allevamento lager, questo gruppo di mucche, vitelli e tori vive in libertà come mandria. L'uomo però, come al solito, vuole recidere quella speranza di libertà e ordina almeno l'abbattimento dei tori e la cattura di mucche e vitelli - si legge nella petizione creata da Anna Bianchi sul sito firmiamo.it - Sono già numerose le azioni degli animalisti per combattere questa decisione assurda e crudele. Facciamo sentire la nostra voce: la risposta dell'uomo alla libertà degli animali non può essere sempre la morte». 

A oggi ancora non sono state prese iniziative contro il branco, anche se è molto probabile che a breve inizieranno i primi sopralluoghi a opera degli agenti della Città Metropolitana per individuare il branco. L’ipotesi più probabile, al momento, è che mucche e vitelli vengano adottati da qualche allevatore disposto ad accoglierli, mentre per i tori la soluzione più probabile sembra essere appunto l’abbattimento.

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