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Piantagioni di marijuana della 'ndrangheta, sigilli a negozi dei vicoli

L'operazione "Giardini segreti" tocca anche Genova. La cosca avrebbe acquistato i semi di canapa sul sito online di una ditta, con sede nel centro storico. Tre i negozi posti sotto sequestro

La Squadra Mobile di Genova ha collaborato all'operazione della questura di Vibo Valentia "Giardini segreti" a conclusione della quale sono state eseguite 18 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere dedita al narcotraffico. Eseguiti a Genova, in collaborazione con personale dei commissariati San Fruttuoso e Prè, tre sequestri preventivi a carico di altrettanti negozi della catena Hempatia, esercizi attivi nella vendita di semi di canapa indiana.

L'operazione “Giardini segreti” è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro ed eseguita dalla Squadra Mobile, con il supporto del Servizio Centrale Operativo, insieme alle Squadre Mobili di Catania, Catanzaro, Cosenza, Messina e Reggio Calabria, i Reparti Prevenzione Crimine di Vibo Valentia, Cosenza e Siderno, le Unità Cinofile di Vibo Valentia e il Reparto Volo di Reggio Calabria: per otto persone è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per nove gli arresti domiciliari e, per una, l'obbligo di dimora.

Altri 21 soggetti sono stati indagati a vario titolo per il reato di associazione a delinquere dedita al narcotraffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sono state anche effettuate 18 perquisizioni nelle sedi di una società attiva nella vendita online di semi di canapa indiana, situate nelle province di Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti, Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona, a carico delle quali è stato notificato un provvedimento di sequestro preventivo.

L'operazione rappresenta l'epilogo di una complessa attività investigativa, avviata già dal 2015, che permette oggi di smantellare un'associazione a delinquere finalizzata alla produzione, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana, capeggiata da un esponente apicale della nota e potente consorteria criminale di Limbadi, figlio di uno degli storici capi del clan.

Le indagini, scaturite dal sequestro di appezzamenti di terreno adibiti a piantagioni di marijuana nei comuni di Nicotera, Joppolo e Capistrano, per un totale di circa 26mila piante, hanno messo in luce la capacità dell'organizzazione di provvedere a tutte le varie fasi del ciclo di produzione della sostanza stupefacente: dopo l'acquisto online di semi di canapa indiana e di concime, effettuati online direttamente dal capo del sodalizio, Emanuele Mancuso, figlio trentenne del boss Pantaleone, l'organizzazione realizzava le strutture ove piantare i semi, curare la germinazione e la fioritura delle piante, la crescita, la lavorazione e, infine, l'immissione della droga sulle piazze di spaccio. Nel corso delle investigazioni, si è anche accertato come il controllo dei terreni destinati alla coltivazione della droga avvenisse mediante l'utilizzo di droni.

I risultati delle indagini sono stati recentemente suffragati dalle dichiarazioni del responsabile dell'intera organizzazione, che ha deciso di collaborare con i magistrati della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

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