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Cronaca

Lupo: se caccia anche le pecore la colpa è del parassita dei castagni

Il lupo si ciba di cinghiali giovani, ma negli ultimi tempi gli ungulati si riproducono solo una volta all'anno per cui i predatori faticano a procacciarsi cibo. Per questo motivo a volte i lupi attaccano i greggi di pecore

Preferisce i cinghiali, non troppo grossi perché cacciarli sarebbe molto pericoloso, ma da un paio d’anni di esemplari giovani, alla sua portata, ne trova pochi. Per questo il lupo, «animale particolarmente protetto che – spiega la Polizia Provinciale di Genova che se ne occupa oltre vent’anni –  si ciba soprattutto di cinghiali fra i sei e gli otto mesi, caprioli, roditori e altri piccoli mammiferi, ora per nutrirsi cerca di predare anche bestiame domestico, che in condizioni normali è assolutamente marginale nella sua dieta, provocando anche seri danni agli allevatori».

 

La colpa? Sembra incredibile, ma è di un insetto: una piccola vespa orientale, il Cinipede del castagno. Questo parassita, infatti, infesta gli alberi e facendoli ammalare impedisce la produzione delle castagne, alimento prezioso dei cinghiali che per scarsità di cibo dai boschi negli ultimi tempi hanno dimezzato anche il ciclo riproduttivo: i piccoli nascono infatti solo una volta all’anno, anziché due come in passato. Di conseguenza i lupi trovando poche prede abituali hanno cominciato, come nelle favole, a mettersi in caccia di pecore e agnelli.

Il metodo più efficace consigliato per scoraggiarli e tenere questi animali protetti e preziosi per l’ambiente lontani da greggi e mandrie è usare i cani da pastore, come avviene in molti altri territori. Mentre uccidere un lupo è un reato molto grave, sanzionato penalmente, come sa bene il bracconiere “seriale” dell’entroterra del levante, primo caso in Italia, condannato dal Tribunale di Chiavari dopo una lunga indagine della Polizia Provinciale che per smascherarlo aveva utilizzato anche metodi scientifici come la tracciatura del Dna sui reperti ritrovati.

I lupi, scomparsi negli anni ‘20 dalla Liguria, sono stati considerati animali nocivi sino ai primi anni ‘70, quando in tutta Italia ne rimanevano solo 60 esemplari. Da allora il Canis Lupus della specie italiana, diverso dalle altre undici del mondo, ha cominciato a essere tutelato e oggi ce ne sono almeno 700. In Provincia di Genova secondo le stime ne vivono una ventina, in cinque piccoli gruppi familiari. Il loro numero varia molto a seconda delle stagioni perché aumenta con l’arrivo dei piccoli, ma il 60% dei lupacchiotti muore nel primo anno di vita, vittime di incidenti ma soprattutto di malattie.

«Il lupo è un animale molto delicato, ma anche un ottimo indicatore della qualità ambientale perché per sopravvivere e riprodursi ha bisogno di ottimi habitat naturali – dice la Polizia Provinciale – come se ne trovano molti in Liguria, la regione statisticamente con la maggior percentuale di zone boscose sul totale del territorio».

La Polizia Provinciale che ha cominciato a occuparsi del lupo sin dalle sue prime ricomparse alla fine degli anni 80, dal 1992 è impegnata costantemente nella raccolta dei dati e nel monitoraggio della specie. I suoi agenti (dieci hanno frequentato anche specifici corsi nel Parco della Maiella) affiancano i ricercatori, incaricati dall’Università di Pavia - uno dei due centri scientifici nazionale sul lupo, con La Sapienza di Roma - raccogliendo dati lungo gli itinerari frequentati dal lupo inseriti poi sul data base gestito dalla Regione Liguria nel Progetto Lupo di cui è responsabile Giovanni Diviacco.

I dati messi a disposizione dei ricercatori e degli esperti e sono la fonte viva delle conoscenze sul lupo e la sua biologia in Liguria: Anche gli escrementi freschi sono importanti e vengono raccolti per avere notizie sull’alimentazione e soprattutto sul codice genetico di ogni animale e la raccolta del Dna permette di comprenderne meglio anche gli spostamenti sul territorio nazionale.

Perché oltre ai lupi ‘residenti’ ce ne sono altri ‘di passo’ che seguendo gli spartiacque da est a ovest attraversano l’Appennino per arrivare alle Alpi Marittime e al Mercantour francese. E il prossimo fine settimana a Genova si annunciano molti appuntamenti importanti per conoscere la ricchezza della natura e il lupo proposti dal Maggio nei Parchi con incontri, presentazioni e approfondimenti alla Calata Mandraccio del Porto Antico. Cuore del Maggio nei Parchi sarà il Palalupo, auditorium modulare in materiale riciclato del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano dove venerdì’ 16 maggio alle 21 il commissario Eraldo Minetti della Polizia Provinciale di Genova condurrà l’incontro “Io sono il lupo”.

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