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Cronaca

Camorra, mafia e 'ndrangheta ma anche gang di latinos: la mappa del crimine in Liguria

Tra le diverse proiezioni delle mafie nazionali - si legge nella relazione - si segnalano, in primo luogo, quelle della 'ndrangheta, ma ci sono anche collegamenti con il crimine organizzato campano e siciliano

«Sin dagli anni '50 la Liguria ha attratto l'interesse delle organizzazioni criminali, sia per la ricchezza prodotta, soprattutto nel settore turistico-immobiliare, che per la sua conformazione e posizione geografica, quale crocevia strategico tra la Versilia, la Costa Azzurra, le regioni del nord Italia, il nord Europa e, attraverso il sistema portuale, verso gli altri continenti».

Inizia così la relazione reativa al primo semestre del 2018, trasmessa in Parlamento dalla Direzione investivativa antimafia (Dia), dove è esaminata nei dettagli la presenza dei vari gruppi criminali sul territorio. Qui ci occuperemo solo della provincia di Genova. La relazione completa è consultabile cliccando qui.

A testimoniare la decennale presenza del crimine organizzato in Liguria viene citato il sequestro da parte della polizia, nel 1994 presso il porto di Genova, nell'ambito dell’operazione 'Cartagine', di cinque  tonnellate di cocaina arrivate in Europa dal Sudamerica per conto di un 'cartello' federato composto da gruppi colombiani, siciliani e calabresi.

'Ndrangheta

Tra le diverse proiezioni delle mafie nazionali - si legge nella relazione - si segnalano, in primo luogo, quelle della 'ndrangheta, il cui insediamento è stato favorito, sin dalla metà del secolo scorso, dal fenomeno migratorio dalle regioni meridionali. La strategia di 'mimetizzazione' attuata dalle cosche in Liguria ha reso più difficile, nel tempo, comprendere e far emergere il fenomeno, favorendo in tal modo tentativi di condizionamento delle amministrazioni locali e, talvolta, la commissione di atti intimidatori (soprattutto incendi dolosi), strumentali al raggiungimento degli obiettivi criminali.

Le indagini degli ultimi anni - prosegue la Dia - hanno acclarato l'esistenza di una macro-area criminale denominata Liguria operativa sull'intero territorio regionale, che estende le sue propaggini anche in basso Piemonte (in particolare in provincia di Alessandria, Asti e Cuneo), attiva attraverso almeno quattro locali dislocati a Genova, Lavagna, Ventimiglia e Sarzana. Tali strutture risultano coordinate tra loro e con il crimine reggino attraverso un organismo intermedio, la Camera di controllo con sede a Genova, nonché, attraverso la Camera di passaggio dislocata a Ventimiglia, con reti logistiche di riferimento in Costa Azzurra, costituite nel tempo anche per la gestione di importanti latitanze.

Le proiezioni operative delle cosche in territorio ligure si esplicano non solo nell'infiltrazione del tessuto politico-amministrativo locale e nell'acquisizione di posizioni privilegiate in diversi settori economici, ma anche nel traffico di stupefacenti (in particolare cocaina), grazie alla presenza degli importanti scali marittimi liguri.

Nel capoluogo di regione si conferma la presenza del locale di Genova, al vertice del quale si collocherebbe un esponente del sodalizio Gangemi, originario di Reggio Calabria, titolare di una 'carica' che gli avrebbe consentito, nel tempo, di interagire direttamente con il crimine reggino e di svolgere funzioni di coordinamento tra questo e le diverse 'unità operative' liguri.

Per quanto concerne la provincia di Genova, tra le diverse operazioni antimafia degli ultimi anni vale la pena di richiamare quella denominata 'I Conti di Lavagna', che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Lavagna nel marzo 2017 per sospette infiltrazioni mafiose. Proprio con riferimento alla cellula criminale 'ndranghetista attiva a Lavagna, il 18 febbraio i carabinieri hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, due soggetti trovati in possesso di un vero e proprio arsenale, tra cui figuravano alcune armi con matricola abrasa. Ad uno dei due, un noto pregiudicato da tempo attivo nella zona del Tigullio, è stata altresì contestata la detenzione di circa quattro chilogrammi di hashish, mentre l'altro è risultato in rapporti con un esponente di rilievo della famiglia Nucera-Rodà.

Sul fronte del contrasto agli stupefacenti, tra le diverse operazioni di polizia si segnala quella conclusa il 26 maggio dai carabinieri, che hanno proceduto all'arresto di un esponente della famiglia Lumbaca - originaria di Oppido Mamertina (Rc) – inserito in ambienti dediti al traffico di stupefacenti, tanto da detenere circa nove chilogrammi di hashish.

Mafia siciliana

Per quanto concerne le infiltrazioni di matrice siciliana in Liguria, va ricordato che, già nel corso degli anni '90, era stato registrato, tra Genova e provincia, il radicamento di referenti dello storico' gruppo dei gelesi, con la presenza strutturata sul territorio di una decina: tale organizzazione risulta essere stata, tuttavia, definitivamente disarticolata a seguito di un'indagine del Ros. Successivamente, non sono state registrate ulteriori evidenze processuali circa la presenza strutturata di cosa nostra sul territorio, ma solo proiezioni attive in settori specifici: in tale contesto, nel 2011, a Genova è stata riscontrata l'operatività, nel narcotraffico, del clan mafioso nisseno Emmanuello e, in particolare, di due soggetti originari di Gela ma residenti nel capoluogo ligure. I due sono stati tratti in arresto per estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Il 14 giugno, uno dei due soggetti citati, insieme al figlio, è stato condannato dalla Corte d'Assise di Genova per l'omicidio, avvenuto il 17 settembre 2016, nel quartiere genovese della Molassana, di uno spacciatore locale, facente parte di un gruppo multietnico, verosimilmente per aver tentato di svincolarsi dai fornitori gelesi per l'approvvigionamento degli stupefacenti. 

Si tratta, in ogni caso, di presenze funzionali ai traffici di stupefacenti, all'usura e all'infiltrazione di attività economiche, come  dimostra l'arresto, avvenuto nel mese di maggio, di un pregiudicato genovese, noto nel panorama criminale locale per la sua storica appartenenza a cosa nostra nissena, già raggiunto, nel 2010, da una misura ablativa a seguito di indagini della Dia. Le nuove attività investigative hanno, infatti, acclarato come lo stesso si fosse avvalso di terzi interposti per acquisire esercizi commerciali nel centro di Genova.

Un altro pregiudicato, originario della provincia di Caltanissetta, attivo nel traffico di stupefacenti e dell'usura, è stato tratto in arresto, insieme a un altro soggetto, per plurime condotte usurarie ed estorsive, aggravate dal metodo mafioso.

Camorra

Con particolare riferimento a Genova, si segnala la presenza, sin dagli anni '60, di un sodalizio campano che avrebbe importato nella regione il suo know how criminale. Uno degli appartenenti a questo sodalizio è stato coinvolto, nel 2016, nell'indagine 'Jack Pot' della Guardia di finanza, che ha riguardato un'associazione per delinquere finalizzata alla gestione delle scommesse clandestine e del gioco d'azzardo, con l'aggravante della transnazionalità. L'attività prevalente dell'organizzazione, radicata nella provincia di Genova, consisteva nella promozione e gestione, su tutto il territorio nazionale, del gioco on line illegale, attraverso la connessione a siti esteri (maltesi, romeni e americani) privi delle prescritte concessioni.

Crimine straniero

Per quanto attiene alle organizzazioni criminali straniere si richiamano le gang composte da giovanissimi sudamericani, in particolare ecuadoriani, peruviani e salvadoregni, negli ultimi anni protagonisti di diversi episodi - talora molto violenti e causa di lesioni gravi alle vittime - solitamente commessi nei parchi, alle fermate della metropolitana, nelle aree circostanti a complessi scolastici e discoteche dei grandi centri urbani. Le organizzazioni criminali in questione non sono statiche e il loro carattere verticistico è in continua evoluzione, così come i ruoli e le 'cariche'. Le bande di Genova e di Chiavari dei Latin King sono risultate, nel tempo, strettamente collegate a quelle milanesi. Ad alimentare la potenziale pericolosità del gruppo è il collegamento a un'estesa organizzazione malavitosa già esistente in Ecuador, denominata appunto Latin King, i cui affiliati sono dediti ad attività delittuose di ogni genere. La violenza a volte è elemento costitutivo, a volte è funzionale alla commissione dei reati tipizzanti tali gruppi, principalmente di natura predatoria e nello spaccio di stupefacenti, ma è presente anche e soprattutto nei riti di affiliazione, quale condizione necessaria per essere ammessi e per evitare l'emarginazione sociale.

Gruppi criminali originari del continente africano sono risultati particolarmente attivi nel settore degli stupefacenti. Nel mese di febbraio del 2018, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Genova, che ha riguardato un'attività di spaccio di stupefacenti gestita da alcuni cittadini nord africani, originari del Marocco. La droga - in prevalenza hashish e cocaina - veniva importata dal loro Paese in Italia attraverso la Spagna, secondo le direttive impartite dal capo dell'organizzazione, che aveva propaggini anche in Piemonte e Lombardia.

Il successivo mese di aprile, un'analoga operazione, denominata 'Taxi Driver', si è conclusa con l'esecuzione, da parte dei Carabinieri, di un'ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Genova. L'indagine ha riguardato un'organizzazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti di cui facevano parte cittadini provenienti da Paesi dell'Africa Occidentale (Senegal, Gabon e Mauritania). Gli indagati sono ritenuti responsabili della vendita, su Genova, di consistenti partite di cocaina: lo stupefacente veniva consegnato agli acquirenti con la complicità di alcuni tassisti – da qui il nome dell'operazione – che mettevano a disposizione le loro vetture per gli spostamenti degli spacciatori.

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