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Cronaca Lavagna

Tigullio, operazione antidroga a Lavagna: cinque arresti

Sequestrato dalla fiamme gialle oltre un chilo e mezzo di hashish: il pusher usava i giardinetti come deposito per la droga, che spacciava in stazione

Nascondeva la droga nei giardini pubblici di Lavagna, poi la vendeva all'interno della stazione ferroviaria e in altri luoghi appartati. In manette uno spacciatore e quattro suoi complici. Dalle prime ore di questa mattina sono in corso di esecuzione cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone responsabili a vario titolo di spaccio e traffico di stupefacenti. L’operazione è l’epilogo di circa un anno di indagini effettuate con utilizzo di riprese filmate, appostamenti, pedinamenti e in intercettazioni telefoniche da parte della guardia di finanza di Chiavari.

Il nome dell’operazione, Pollicino, trae spunto dal modus operandi del principale responsabile dell’attività di spaccio, che utilizzava alcuni giardini e altri luoghi di Lavagna come vero e proprio deposito a cielo aperto delle sue scorte di hashish. Il pusher, essendo già sottoposto a speciali obblighi a causa di precedenti condanne per spaccio e potendo uscire dalla sua abitazione esclusivamente nelle ore diurne, aveva deciso di non nascondere la droga a casa per eludere eventuali controlli da parte delle forze di polizia.

Quasi ogni mattina si recava presso dei giardinetti pubblici a Lavagna: prelevava la droga, già precedentemente smistata in dosi pronte per la vendita, presso siepi e panchine che utilizzava come nascondigli, per poi recarsi alla stazione ferroviaria per effettuare le consegne ai clienti. Durante il tragitto, l'uomo nascondeva altri pezzi di hashish in luoghi da lui ritenuti sicuri - come cabine elettriche, siepi e nicchie nei muri - al fine di prelevarli all’occorrenza, una volta ricevuti altri ordini di acquisto.

L’attività di spaccio vera e propria avveniva all’interno e nei pressi della stazione di Lavagna, dove il pusher aveva di fatto stabilito una vera e propria postazione di vendita, dove i clienti potevano prendere contatti con lui per ritirare lo stupefacente. Una volta ottenuto il pagamento, l'uomo si allontanava con l’acquirente verso uno dei suoi numerosi nascondigli e procedeva alla consegna, che a volte avveniva anche all’interno della stazione stessa o nei bagni pubblici.

Oltre alle riprese filmate, i militari hanno effettuato diverse intercettazioni telefoniche che hanno permesso di stabilire una fitta rete di spacciatori e fornitori dello stupefacente che, in concorso con il pusher, gravitavano nell’ambito della stazione di Lavagna. Sono stati così indentificati gli altri quattro arrestati di oggi, tra cui il figlio dello spacciatore, i quali gestivano a loro volta un’altra rete di clienti ai quali vendevano sia hashish che eroina.

Tramite due di loro, entrambi tunisini residenti a Lavagna, veniva identificato il fornitore principale dello stupefacente, un uomo residente a Genova. Già lo scorso 25 marzo le indagini avevano permesso di sequestrare un chilo di hashish e trarre in arresto uno dei corrieri, che aveva appena prelevato lo stupefacente a Genova dallo stesso fornitore. L’operazione ha quindi permesso il sequestro di oltre un chilo e mezzo di hashish, appurato centinaia di episodi di consegne di stupefacenti, identificato oltre 50 clienti della zona spesso giovanissimi e trarre in arresto cinque persone, di cui quattro in carcere e una ai domiciliari con obbligo del braccialetto elettronico.

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