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Cronaca Lavagna

La 'ndrangheta nel Tigullio, c'è una prima condanna

Antonio Rodà è stato l'unico dei 23 indagati a scegliere il rito abbreviato. La sentenza ha una portata storica in quanto per la prima volta riconosce la presenza della criminalità organizzata nel Tigullio

Ieri è arrivata la prima sentenza dopo l'ondata di arresti dello scorso anno a Lavagna. Il gup Nicoletta Bolelli ha condannato a 14 anni e 8 mesi di reclusione, Antonio Rodà, 37 anni, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e di spaccio di sostanze stupefacenti.

La sentenza ha una portata storica in quanto per la prima volta riconosce la presenza della criminalità organizzata nel Tigullio. Il pm Alberto Lari aveva chiesto 15 anni di reclusione. Antonio Rodà è l'unico che ha scelto il rito abbreviato, usufruendo così dello sconto di un terzo della pena. Fra 90 giorni le motivazioni della sentenza. Per gli altri il processo inizierà il 13 settembre.

In totale gli indagati sono 23: i tre fratelli Nucera Paolo, Antonio e Francesco, Antonio e Francesco Antonio Rodà, Giovanni Nucera, figlio di Paolo, e Giovanni Nucera, figlio di Antonio, Paolo Paltrinieri, Daniela Manglaviti, Ivana Pinasco, Lorenzo Rossi, Massimiliano Arco, Natale Calderone, Gabriella Mondello, Giuseppe Sanguineti, Luigi Barbieri, Massimo Talerico, Rosario Lobascio, Pietro Bonicelli, Lorella Cella, Ettore Mandato, Franco Gentile e un'altra persona.

Secondo l'accusa, Gabriella Mondello avrebbe fatto ottenere l'appoggio elettorale al sindaco Sanguineti dai presunti boss di Lavagna in cambio di favori per la gestione dei rifiuti e attività abusive sul lungomare. Dalla fine di giugno dello scorso anno il Comune è nelle mani di un commissario prefettizio, Paolo D'Attilio.

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