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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marassi / Piazzale Parenzo

Juliana e l'amico violento col vizio della coca

Juliana Bruschi ha passato la sera prima di morire con Alessandro Castagnino, oggi trentenne, condannato il 13 novembre 2007 con rito abbreviato a 8 anni e 6 mesi per il tentato omicidio di Mauro Macaluso. Ancora da fissare la data del funerale

Genova - La sera prima di morire, Juliana Bruschi l'ha passata con un personaggio noto alle cronache cittadine. Si tratta di Alessandro Castagnino, oggi trentenne, condannato in primo grado il 13 novembre 2007 con rito abbreviato a 8 anni e 6 mesi per il tentato omicidio di Mauro Macaluso, violazione di domicilio e danneggiamento, pena successivamente ridotta.

Juliana, studentessa ventenne del liceo Cassini, è stata trovata morta da Castagnino domenica 10 febbrario 2013 nella casa in cui il trentenne abita insieme al padre e al fratello in piazzale Parenzo 9 a Marassi. All'arrivo del 118 e dei carabinieri, Castagnino ha subito ammesso di aver assunto cocaina insieme a Juliana la sera prima. Ora l'autopsia dovrà chiarire cosa ha causato il decesso della giovane prima di poterne celebrare il funerale.

Droga che il trentenne riferisce di aver comprato nei vicoli. Secondo la ricostruzione dello stesso Castagnino, i due si sono coricati alle prime ore di domenica. Più tardi il ragazzo si è alzato senza disturbare la giovane, che pensava ancora addormentata. Solo intorno alle 16 Castagnino ha realizzato che Juliana era morta e ha chiamato i soccorsi.

Almeno così dice. Castagnino riferisce di non aver fatto nessuna telefonata prima di quella alla centrale operativa del 118. E per dimostrarlo ha consegnato spontaneamente il suo cellulare agli inquirenti. Forse, non servendosi del suo telefono, potrebbe essersi messo in contatto col suo avvocato, Luca Ciurlo, lo stesso che nel 2008 gli ha permesso di ottenere una pena ridotta.

Chi è Alessandro Castagnino. L'episodio che ha fatto conoscere l'allora ventiquattrenne risale al 18 gennaio 2007, quando il giovane, insieme alla ex fidanzata Veronica, 19 anni, e Mauro Macaluso, anni 23, mangiano insieme un panino per salutarsi poco dopo. Veronica va a casa di Mauro in via Tortona, Alessandro insospettito torna a casa in via Montenero, afferra un coltello di 25 centimetri e si apposta fuori da casa di Mauro.

Con una scusa riesce a introdursi all'interno dell'appartamento e dà inizio alla sua vendetta: sei coltellate colpiscono all'addome, al torace e all'inguine Mauro. Macaluso è alto 1,95 e riesce ad attutire i colpi e si salva. Dopo la condanna in primo grado, a fine settembre 2008 la corte d'Appello riduce la pena a sei anni e sei mesi.

Castagnino ha già scontato quasi due anni fra carcere e domiciliari, dai quali una volta evade. Nonostante questo ottiene l'affidamento in prova per buona condotta, pena conclusa recentemente. Ora Castagnino è indagato per «morte in conseguenza di altro delitto».

Da Marassi alla Foce, in via Magnaghi, dove abita Roberto Bruschi, noto medico dello sport, padre di Juliana. Il professionista racconta dei problemi di anoressia della figlia, costretta a prendere abitualmente medicinali. Forse proprio la combinazione di cocaina e farmaci è all'origine della morte di Juliana. Mercoledì 13 febbraio alle 12 presso l'istituto di medicina legale del San Martino è prevista l'autopsia sul corpo di Juliana.

Dall'esito degli esami autoptici sarà più chiara la posizione di Castagnino, ex studente del Meucci con la passione per la Muay Thai, la boxe thailandese.

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