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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca San Martino / Via Odessa

Distrutta dalla morte del marito, dà alle fiamme la casa in cui vive con i figli

I fatti risalgono allo scorso 18 febbraio, quando un incendio è divampato in un appartamento della Foce. Ad appiccarlo, secondo gli investigatori, una vedova di 35 anni da oggi in stato di fermo

Una tragedia nella tragedia, un lutto che ha segnato un’intera famiglia e che ha rischiato di distruggerla completamente: a pochi giorni dall’incendio scoppiato in un appartamento di via Odessa, nel quartiere genovese della Foce, emergono nuovi particolari sulle cause, riconducibili non a una perdita di gas accidentale, ma a un gesto volontario da parte della donna di 35 anni che vi abita insieme con i due figli minorenni.

Stando a quanto ricostruito dalla Squadra Mobile del dirigente Marco Calì, la donna avrebbe volontariamente appiccato l’incendio all’appartamento in un momento di squilibrio dovuto alla morte del marito, che lo scorso anno si era ucciso sul luogo di lavoro dopo avere perso il lavoro. Un lutto da cui la donna non si è più ripresa, culminato nel tentativo, almeno secondo gli investigatori, di togliersi la vita dando alle fiamme la propria casa.

La 35enne, attualmente ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale San Martino, è stata raggiunta in mattinata da un’ordinanza di fermo firmata dal giudice per le indagini preliminari Massimo Cusatti su richiesta del pubblico ministero Francesco Cardona Albini. A insospettire gli investigatori, e a spingerli a scavare più a fondo, sono state alcune discrepanze nel racconto della donna e in quello dei vicini di casa, che nel pomeriggio di sabato avevano raccontato di avere sentito alcune “esplosioni” provenire dall’appartamento abitato dalla vedova 35enne e dai figli di 13 e 10 anni.

Il sopralluogo effettuato dopo la bonifica da parte dei Vigili del fuoco aveva portato alla luce alcune bombolette di gas, del tipo comunemente usato in campeggio, disseminate nell’appartamento, e un controllo più approfondito ha confermato che ad acquistarle era stata proprio al donna. L’ipotesi di un gesto volontario ha preso quindi sempre più corpo, sostituendo quella iniziale di una fuga di gas, e gli investigatori hanno ritenuto necessario chiedere un’ordinanza di fermo per le accuse di duplice tentato omicidio e incendio, concessa in giornata. 

Dal ricovero in ospedale a oggi, confermano gli inquirenti, la donna ha detto pochissimo, continuando a sostenere la tesi dell’incidente. Il quadro clinico non è preoccupante - nell’incendio, grazie anche all’intervento del figlio di 13 anni che ha subito chiamato i soccorsi, ha riportato solo una  lieve intossicazione - ma a preoccupare i medici è lo stato psichico, che verrà analizzato nei prossimi giorni. Per domani è fissato invece l’interrogatorio, sempre in ospedale, con il gip. I figli della donna, entrambi portati al Gaslini dopo l’incendio in via precauzionale, non hanno riportato ferite.

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