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Cronaca

Ex Ilva, l'allarme della Fiom: "Stabilimenti fermi, non c'è più tempo"

Il grido di allarme della Fiom che chiede da subito al governo la garanzia di una copertura d'emergenza per tutti i lavoratori di qualsiasi azienda legata ad Acciaierie d'Italia

Stabilimenti ex Ilva di fatto fermi - compreso quello di Genova - con lavoratori in cassa integrazione e continuità produttiva fortemente compromessa. È il grido di allarme della Fiom che chiede da subito al governo la garanzia di una copertura d'emergenza per tutti i lavoratori di qualsiasi azienda legata principalmente ad Acciaierie d'Italia, con un ammortizzatore sociale studiato appositamente.

"In questi giorni sta accadendo esattamente quanto da mesi stiamo denunciando: occorre intervenire immediatamente per mettere in sicurezza gli impianti, la salute e la sicurezza dei lavoratori, e l'ambiente - commenta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil -. È necessario far ripartire la produzione degli stabilimenti e delle aziende dell'indotto, non c'è più tempo".

Fin dal primo incontro di ottobre a palazzo Chigi, Fiom aveva chiesto l'intervento dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, attualmente unici proprietari delle strutture: "Occorre garantire fin da subito una copertura d'emergenza per tutti i lavoratori di qualsiasi azienda, che sia legata principalmente ad Acciaierie d'Italia, con un ammortizzatore sociale studiato appositamente con causali e criteri chiari ed equi. È indispensabile far emergere le situazioni di illegalità tra gli appalti e i sub appalti".

Per la Fiom-Cgil "la priorità rimane la costituzione di una compagine sociale a guida pubblica e la ripartenza dell'attività produttiva per avviare quanto prima gli investimenti per la transizione ecologica". Intanto lunedì a Taranto ci sarà una manifestazione unitaria dei lavoratori proprio per chiedere la svolta.

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