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Cronaca

Traffico di droga, torna in carcere il "boss di Soziglia" Giacinto Pino

Pino, 60 anni da poco compiuti, stava scontando una condanna in semilibertà e lavorava in un bar di Marassi di proprietà della figlia. Lo scorso marzo avrebbe organizzato l'acquisto di 30 kg di hashish

Arrestato dopo oltre 4 mesi di indagini con l’accusa di traffico di droga aggravato e in concorso: Giacinto Pino, 60 anni, il “boss di Soziglia”, torna in carcere poco dopo essersi guadagnato la semilibertà. L’accusa è appunto di avere organizzato un traffico di droga, hashish nello specifico, destinata (suppone la procura, sulla base degli accertamenti dei carabinieri) ai vicoli del centro storico.

L’inchiesta è partita lo scorso 15 marzo, quando i carabinieri in zona Ponte Calvi fermano un furgone guidato da un 25enne milanese: a bordo del Fiorino, in un doppiofondo appositamente ricavato, i militari trovano 31 kg di hashish impacchettati in confezioni da 1 kg ciascuno. La sequestrano, e avviano le indagini per risalire al venditore e all’acquirente. 

Arrestato Giacinto Pino: in carcere aveva scritto un libro semi autobiografico

Mesi di intercettazioni e accertamenti portano, alla fine, a Pino. Che martedì mattina è stato arrestato in un bar in zona Marassi dove lavorava durante il giorno, prima di tornare in carcere la notte, così come prevedeva il regime di semilibertà ottenuto anche grazie al suo impegno tra le mura del penitenziario: oltre a frequentare diversi corsi in carcere e a studiare per ottenere una laurea in sociologia, è anche autore di un libro, “Nessuno mi ha mai portato per mano. Nascere al Sud e perdersi al Nord”, pubblicato nel marzo del 2019, in cui racconta intrecciando realtà e fiction la sua voglia di riscatto, spiegando che “l’obiettivo che spero di avere raggiunto è quello della riflessione sul perché delle mie scelte e su come stia cercando di ribaltare una vita in cui, come ho sempre detto, nessuno mi ha obbligato a fare qualcosa: infatti 'nessuno mi ha mai portato per mano’”.

I carabinieri del nucleo investigativo di Genova lo hanno arrestato su ordinanza chiesta dal sostituto procuratore della Dda, Federico Manotti, e firmata dal gip Alessia Solombrino. La perquisizione domiciliare ha portato al sequestro di circa 8mila euro in contanti. Oltre a lui, i carabinieri hanno arrestato anche un altro uomo, identificato come il venditore della partita di droga intercettata e sequestrata lo scorso 15 marzo.: Andrea Faragli, 56 anni, è stato individuato a Fivizzano, piccolo Comune della provincia di Massa Carrara.

Droga e sangue, i precedenti di Giacinto Pino

Volto noto della criminalità organizzata genovese, Pino era stato arrestato nel 1994 era stato sempre con l’accusa di traffico di droga fra Turchia, Lombardia e Liguria nell’ambito dell’operazione “Eraclito”, in cui erano coinvolte 56 persone tra cui i fratelli Salvatore e Gaetano Fiandaca, affiliati alla famiglia Madonia di Caltanissetta.

Il suo nome era emerso anche nel corso dell’inchiesta sull’omicidio di Giovanni Lombardi, il corriere della droga freddato a colpi di pistola da Marietto Rossi (attualmente in carcere proprio per il delitto dopo la conferma in appello all’ergastolo) e la sua banda. È il febbraio del 2015, e gli inquirenti fanno risalire proprio a Pino l’attività di Lombardi, inviato a consegnare una partita di cocaina a Rossi nei boschi di Borzonasca: uno scambio finito nel sangue, legato al controllo della piazza di spaccio cittadina. Finito a processo, Pino aveva patteggiato 4 anni e 4 mesi di carcere.

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