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G8: la Cassazione conferma la condanna definitiva per i vertici della polizia

Dopo nove ore di camera di consiglio, nella serata di ieri, giovedì 5 luglio 2012, è arrivata la sentenza della corte di Cassazione a carico dei poliziotti accusati di falso e lesioni in occasione dell'irruzione alla scuola Diaz di Genova durante il G8

Genova - Ci sono voluti undici anni per giungere a quella che qualcuno non ha esitato a definire una decisione storica. «La Cassazione è stata coraggiosa: mai, nelle democrazie occidentali, si è arrivati a una condanna per funzionari della polizia di così alto livello». Sono le parole dell'avvocato Emanuele Tambuscio, legale di alcuni no-global vittime dei pestaggi alla scuola Diaz durante il G8 2001 a Genova, dopo la sentenza della quinta sezione della corte di Cassazione che conferma la condanna in Appello per i vertici della polizia.

Dei venticinque fra agenti e dirigenti di polizia a processo, a uscirne peggio sono stati i vertici delle forze armate. Gli otto caposquadra del settimo reparto della celere di Roma sono stati prescritti per i reati di lesioni, così come gli altri indagati. Ma per diciassette capi della polizia è scattata la condanna per falso per aver firmato i verbali che giustificavano il blitz violento accusando le vittime di aver opposto resistenza accoltellando un agente e nascondendo molotov.

I poliziotti accusati non finiranno in carcere, ma vengono interdetti per cinque anni dai pubblici uffici. Con la sentenza della Cassazione riprendono anche i procedimenti disciplinari a loro carico. Fra coloro per i quali la suprema corte ha stabilito una condanna irrevocabile a tre anni e otto mesi anche Spartaco Mortola. Gli altri sono Filippo Ferri, Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi, Salvatore Gava, Pietro Troiani e il capo del Servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi.

Condanne più pesanti per il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri (4 anni) e il capo del dipartimento analisi dell'Aisi Giovanni Luperi (4 anni). Sconto di pena invece per l'ex capo della mobile Vincenzo Canterini (5 anni in Appello) - ora in pensione -: niente più condanna per lesioni ma solo per falso. Pena ridotta anche per Massimo Nucera e Maurizio Panzieri (da tre anni e otto mesi a tre anni e cinque mesi) in merito alla condanna per la messinscena dell'accoltellamento.

Gli agenti prescritti con conseguente revoca dell'interdizione dai pubblici uffici sono Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri e Vincenzo Compagnone.

La sentenza della corte di Cassazione sblocca il risarcimento alle vittime dei pestaggi. Delle 93 persone arrestate e tenute in carcere tre giorni senza poter comunicare con nessuno, 63 subirono lesioni, alcune in maniera permanente come il giornalista inglese Mark Covell.

Immediate le reazioni al pronunciamento. Il ministro Annamaria Cancellieri ha cercato di gettare acqua sul fuoco. «La sentenza va rispettata come tutte le decisioni della magistratura. Il ministero dell'Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte», ha dichiarato dal Viminale, sottolineando però che «nessuno può dimenticare l'attività quotidiana di tante donne e uomini della polizia che, con dedizione, professionalità e coraggio, lavorano al servizio dello Stato per il bene di tutti».

Il Capo della Polizia Antonio Manganelli è intervenuto con poche parole: la polizia «accoglie la sentenza della magistratura con il massimo dovuto rispetto e ribadisce l'impegno a proseguire nel costante miglioramento del percorso formativo relativo al complesso campo dell'ordine e della sicurezza pubblica».

Mentre i legali degli agenti condannati annunciavano il ricorso alla corte di Strasburgo visto che in Italia alla Corte di Cassazione compete l'ultimo grado di giudizio, in piazza Trilussa nel quartiere di Trastevere a Roma, alcune decine di persone celebravano con un concerto la sentenza della Cassazione.

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