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Cronaca

La fusione Amiu-Iren torna in consiglio: «Senza, Tari aumentata sino al 46%»

La giunta Doria ha illustrato punto per punto l'operazione che vedrebbe Iren Ambiente entrare a far parte dell'ex municipalizzata. Stangata comunque in arrivo per i genovesi, con aumento del 6,89% nel 2017

La tanto contestata fusione Amiu-Iren tornerà in consiglio Comunale il 30 marzo, e il sindaco Marco Doria è deciso a ottenere un voto positivo. In caso contrario, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa in cui ha illustrato per filo e per segno i passaggi dell’operazione, la Tari potrebbe aumentare del 18% già nel 2017, e, se il nuovo sindaco decidesse di recuperarla in un’unica soluzione, abbattersi sui genovesi con un rincaro sino al 46%.

Lo scenario illustrato dalla giunta Doria prevede che l’ingresso di Iren in Amiu avvenga in due fasi, la prima al 49%, fissata entro maggio 2017, la seconda in cui la quota potrebbe salire al 69%. In mezzo la proroga del contratto di servizio ad Amiu sino al 2028. Nel caso in cui il documento venisse approvato (cosa che non è successa lo scorso gennaio, sancendo la parabola discendente del primo cittadino), l’aumento medio della Tari dovrebbe essere del 6,89%, finalizzato al recupero di 130 milioni di euro in 10 anni, soldi spesi per lo smaltimento fuori regione dei rifiuti dopo la chiusura della discarica di scarpino. Gli aumenti passerebbero poi al 6% nel 2018, all’8% nel 2019 e al 2% nel 2020, anno in cui, è la speranza, i conti dovrebbero finalmente tornare in pari e le tariffe stabilizzarsi o anche diminuire negli 8 anni successivi.

L’alternativa, spiegano da Tursi, è che l’aumento possa essere spalmato su rate aumentate del 18% per due anni - sino al 2020, quando, fallita Amiu, dovrà essere indetta una nuova gara - o, nel caso peggiore, che gli investimenti vengano recuperati in un’unica soluzione con l’aumento del 46%.

Per scongiurare l’ipotesi che il consiglio Comunale bocci nuovamente la delibera sulla fusione, Doria ha messo in campo tutte le armi: nel caso in cui Iren Ambiente entri a far parte dell’ex municipalizzata porterebbe risorse economiche in grado di risanare i conti dell’azienda e di finanziare gli interventi necessari al salvataggio, 115 milioni di euro destinati a bonificare e mettere in sicurezza Scarpino in primis, e poi a costruire nuovi impianti di smaltimento e un biodigestore per i rifiuti organici.

Gli investimenti, in generale, dovrebbero tutti restare nell’area di Genova e finire in opere pubbliche. Non solo: a fusione approvata Iren si impegnerebbe anche a regolarizzare 31 lavoratori precari, garantendo, spiega Doria, un’occupazione che un nuovo partner potrebbe decidere di gestire in altro modo. Come prima mossa, Iren Ambiente dovrebbe arricchire le casse di 5 milioni di euro, cui si aggiungerebbe una seconda tranche da 34 milioni in denaro o impianti, da investire in azienda senza dividendi. A Iren verrebbe concesso di scegliere l’amministratore delegato di Amiu, mentre il parere del Comune, vincolante, decreterà il presidente.

Queste le condizioni, ha sottolineato Doria, per uscire dall’emergenza e salvare Amiu, un piano che ha messo d’accordo anche Marco Castagna, presidente di Amiu. E nel corso dell’incontro non è mancato un appello alla Regione: «Faccia una legge per contribuire al risanamento delle discariche su tutto il territorio, non solo a Genova, in modo da intercettare fondi dello Stato o Europei. Sarebbe un’ottima legge per tutta la Liguria».

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