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Cronaca Santo Stefano d'Aveto

Furti nell'entroterra su auto stile 'Fast & furious'

Due fratelli sono stati arrestati dai carabinieri di Parma. Avrebbero messo a segno diversi colpi anche nella provincia di Genova

Il loro raggio di azione era piuttosto ampio e, per essere sicuri di condurre a buon fine i colpi, si spostavano su un'auto non proprio convenzionale. O meglio, il modello, Volkswagen Golf, è uno dei più diffusi in circolazione, ma la loro Golf aveva qualcosa che la rendeva diversa da tutte le altre. In provincia di Genova hanno colpito a Borzonasca, località Temossi la Squazza, Filanda e Brizzolara Martinasco, Santo Stefano d’Aveto, Rezzoaglio, località Esola, Brignole e Sbarbari.

Questa mattina i carabinieri della compagnia di Borgo Val di Taro, coadiuvati dai colleghi di Cuneo, hanno dato esecuzione a due misure di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti cittadini italiani, di etnia sinti, C. O., di anni 52, e C. G., di anni 49, fratelli, entrambi pregiudicati, ritenuti responsabili di una lunga serie di reati, tentati e consumati, fra cui furto aggravato in abitazione, tentata rapina commessa con armi, porto ingiustificato di armi, installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni telefoniche, alterazione di mezzi di trasporto, possesso di segni distintivi contraffatti in uso ai Corpi di polizia, falsità materiale commessa da privato, resistenza a pubblico ufficiale.

L'indagine denominata 'Fast & Furious' ha avuto inizio il 6 gennaio 2019. Quel giorno i carabinieri di pattuglia intimarono l'alt a un'auto sospetta, la Golf in questione, che era stata segnalata aggirarsi tra le frazioni dei comuni di Bedonia, Bardi e Morfasso. L'autista dell'autovettura dapprima fece intendere ai militari di fermarsi per poi accelerare tentando di investirne uno. Ne scaturì un inseguimento nel territorio del comune di Bardi, conclusosi quando gli occupanti del mezzo, una volta sentitisi braccati e costretti a dirigersi in una strada senza vie d'uscita, lo abbandonarono, scappando tra i boschi.

All'interno dell'auto vennero rinvenuti computer, orologi e altri oggetti, che facevano supporre la consumazione di furti. Dagli accertamenti compiuti nell'immediatezza sull'autovettura, che risultava appartenere a un cittadino italiano, di etnia sinti, abitante a Cuneo, si notò che alla stessa erano state apportate delle modifiche per agevolare la fuga in caso d'individuazione o inseguimento delle Forze di polizia.

In particolare erano stati installati dispositivi che si attivavano mediante dei pulsanti posti vicino alla leva del cambio: uno di questi permetteva lo spegnimento di tutte le luci della parte posteriore, fari targa e stop, un altro permetteva l'accensione di lampeggianti blu simili a quelli dei dispositivi di emergenza in uso alle forze di polizia, un altro interruttore attivava una sirena che emetteva un segnale identico ai dispositivi acustici in uso alle forze di polizia, un altro ancora l'attivazione di uno jammer, disturbatore di frequenze utilizzato per impedire ai telefoni cellulari di ricevere o trasmettere onde radio.

La Volkswagen Golf inoltre presentava un colore diverso rispetto a quello originale, realizzato attraverso la tecnica del car wrapping, utile escamotage, insieme all'utilizzo di targhe clonate, per renderla 'pulita' e dunque insospettabile agli occhi delle pattuglie delle forze di polizia. A questo punto gli inquirenti, diretti e coordinati dalla Procura di Parma, hanno svolto una serie di indagini sia tecniche, attraverso intercettazioni telefoniche, che tradizionali, attraverso appostamenti e pedinamenti oltre che ascolto delle vittime di furti avvenuti nei mesi precedenti nel territorio della compagnia di Borgotaro e di quello limitrofo delle province di Genova e Piacenza.

Le indagini hanno permesso di accertare che i sospettati, utilizzando sempre la stessa Volkswagen Golf (ma con targhe e colori diversi), avevano commesso una tentata rapina con armi a Valmozzola, ferendo marito e moglie che li avevano sopresi nel tentativo di rubare all'interno della loro abitazione, e 16 furti, tentati e consumati, in abitazione nelle provincie di Parma, Piacenza e Genova.

La Procura della Repubblica di Parma, sulla scorta dei gravi, puntuali e concordanti indizi raccolti a carico degli indagati dai Carabinieri di Borgotaro per la tentata rapina ed i furti, tentati e consumati, chiedeva ed otteneva dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma le misure cautelari in carcere a carico dei fratelli C. O. e C. G.

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