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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Furti in serie di scooter e moto, ecco come agiva la banda

In manette 11 persone, indagate altre 26: in un anno e mezzo, secondo gli investigatori, hanno messo a segno 400 colpi, per un valore totale di oltre un milione di euro

Una banda molto organizzata e preparata, che colpiva in maniera mirata e nel giro di pochi istanti. «Aggressiva», così l’hanno definita gli agenti della Squadra Mobile della questura di Genova, che dopo mesi di indagini sono riusciti a smantellare un’organizzazione specializzata nel furto di scooter e moto in tutta la città, con una particolare predilezione per il levante.

In totale sarebbero almeno 400 i furti messi a segno in un anno e mezzo dai membri della banda, 11 dei quali arrestati e 26 indagati, tutti originari dell’Ucraina: terreno di caccia prediletto, quartieri come Sturla, Quarto, Quinto, Nervi, San Fruttuoso e Albaro, con sporadiche incursioni anche a Castelletto e nel ponente cittadino. A essere presi di mira erano principalmente Sh della Honda (da qui il nome dell’operazione, “Honda Anomala”), tutti di recentissima immatricolazione, ma anche moto Bmw e Kawasaki

Oltre 400 scooter e moto rubati, la banda incastrata dalle telecamere | Video

Il modus operandi era sempre lo stesso: i ladri, tutti residenti nell’hinterland milanese, sede anche della “base” in cui portavano i mezzi rubati per smontarli e spedirli poi in Ucraina in container, arrivavano a Genova nel cuore della notte in treno o su un'auto, a gruppi di 3 o 4. In entrambi i casi individuavano gli scooter, rompevano il bloccasterzo e poi salivano a bordo, accendendo il motore attraverso i cavetti e poi partendo alla volta dell’autostrada in direzione Milano.

Proprio sulla Serravalle sono stati arrestati altri 3 membri della banda, che lungo il tragitto tallonavano il conducente dell’auto che li aveva accompagnati nel capoluogo ligure sino alla barriera, che attraversavano senza pagare il pedaggio. Con un’ulteriore beffa per i derubati, che si vedevano arrivare a casa multe salate provenienti dalla società Autostrade, per scooter di cui avevano da tempo denunciato il furto. In certi casi, addirittura, i ladri sono arrivati a derubare la stessa persona due volte, sottraendogli nuovamente il mezzo ricomprato in seguito al furto. Quando invece a essere prese di mira erano le moto, più difficili da azionare rispetto agli scooter, i ladri rubavano un furgone nel milanese, raggiungevano Genova e stipavano i mezzi nel vano di carico, ripartendo poi alla volta dell’autostrada.

Tutti i mezzi rubati passavano prima per un deposito di Mecenate, in provincia di Milano, dove solitamente veniva eliminata la targa prima della spedizione in Ucraina. Scooter e moto venivano quindi messi in vendita su siti specializzati come www.motosale.it e www.vk.com, promossi e pubblicizzati anche attraverso pagine Facebook particolarmente attive.

A incastrarli, in un’indagine partita dal boom di denunce per furto registrate in poche settimane, sono state soprattutto le telecamere di sorveglianza cittadine, che nei luoghi in cui si verificavano i furti hanno più volte ripreso persone incappucciate che si avvicinavano agli scooter e nel giro di pochi secondi salivano a bordo e si allontanavano. Appostamenti e intercettazioni hanno fatto il resto: «Stimiamo che nell’anno e mezzo di attività, la banda abbia commesso furti per un valore di oltre il milione di euro - confermano Marco Calì, dirigente della Squadra Mobile, e il vicequestore Alessandro Carmeli, a capo dell’indagine coordinata dal pubblico ministero Stefano Puppo - Genova, vista l’alta percentuale di immatricolazioni, era diventata per loro un vero e proprio “supermercato” da cui prelevare i motocicli. Non hanno preso di mira altre città». 

Le accuse di cui arrestati e indagati devono rispondere sono di furto aggravato in concorso e ricettazione. Indagini proseguono adesso per smantellare l’intera rete, e capire quante persone abbiano partecipato ai furti, durante i quali i membri della banda si alternavano facendo arrivare nuove persone dall’Ucraina e viceversa.

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