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Cronaca

Le banche sono responsabili per il comportamento dei promotori

Le banche devono rispondere in solido per il comportamento dei loro promotori finanziari secondo il tribunale di Genova. La causa promossa da una risparmiatrice genovese truffata dal promotore Walter Merlino per conto di Finecobank

Genova - Se il promotore fugge con i risparmi dei clienti, anche la banca di appartenenza deve rispondere in solido per l'ammanco del suo operatore. Lo ha stabilito la prima sezione del tribunale civile di Genova con una recente sentenza del Giudice unico Roberto Braccialini.

Una risparmiatrice genovese, rappresenta dallo Studio Renzini di Genova, ha conseguito un'importante vittoria giurisprudenziale contro un promotore disonesto (Walter Merlino) e la banca per cui operava (Finecobank Spa del Gruppo Unicredit Spa).

Il tribunale di Genova ha, con questa sentenza, riconosciuto la responsabilità, seppur indiretta, dell'istituto di credito di riferimento del promotore finanziario ed ha condannato la banca a rifondere l’intero ammontare dell’investimento 'volatilizzato'.

«Sentenze di questo tipo non sono nuove per la giurisprudenza italiana - spiega l'avvocato Claudio Renzini - questo caso é interessante perché il Tribunale genovese ha riconosciuto la responsabilità dell'intermediario finanziario, mentre quello di Savona l'ha esclusa con diverse pronunce. Un'interpretazione diversa della legge da parte dei diversi collegi giudicanti».

Il caso di Merlino é tristemente noto nel savonese. Qui il promotore finanziario, a partire dagli anni '90, era diventato un consulente di fiducia per molti risparmiatori. Sfruttando la loro buona fede, era riuscito ad accreditarsi come esperto investitore e a farsi consegnare i risparmi per impiegarli in comuni forme di investimento.

Essendo un operatore Unicredit prima e Finecobank poi, Merlino vantava ottime credenziali in modo da rassicurare le persone cui offriva i propri servizi. Il comportamento di Merlino era metodicamente improntato alla truffa. Utilizzando i documenti di Finecobank Spa, il promotore era in grado di raggirare i risparmiatori effettuando investimenti validi per gli importi meno rilevanti, mentre realizzava investimenti fittizi per quelli più consistenti o a lungo termine. In altre parole, Merlino truffava i suoi clienti mischiando sapientemente «merce buona con merce guasta» come scrive con chiarezza il giudice nella sua sentenza.

L'attività del promotore finanziario è durata fino al 12 settembre 2006, data in cui Walter Merlino sparisce facendo perdere le sue tracce. Con lui spariscono anche due milioni di euro indebitamente sottratti ai risparmiatori suoi clienti. Nella sua casa di Vado rimangono la moglie e il figlio, entrambe estranei ai fatti, ma vittime dell'ira dei truffati. Una rabbia che culminerà con un tentativo di incendio doloso della loro abitazione.

Per quattro lunghi anni di Merlino non si sa più nulla. Poi, nel 2010 viene visto a Santo Domingo in compagnia di una ex barista polacca di un locale di Capo San Donato.

Quest'anno il tribunale di Genova ha riconosciuto ed evidenziato la responsabilità indiretta di Finecobank. Pertanto la banca è stata condannata in solido insieme al promotore ed è stata obbligata a risarcire la cliente truffata riconoscendole anche il danno morale.

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