rotate-mobile
Cronaca

Finisce la fuga del rapinatore tatuato: «Non avevo niente da perdere»

Emanuele Ravanetti, 39 anni, è stato fermato dopo 4 colpi. Al momento dell'arresto ha fatto i complimenti agli agenti. E ora si indaga sui legami con la criminalità organizzata

«Sono io l’uomo che stavate cercando. Bravi»: si è chiusa così, con un’ammissione e un complimento a chi da settimane ormai gli dava la caccia, la latitanza di Emanuele Ravanetti, il 39enne di Lavagna arrestato martedì con l’accusa di essere il rapinatore che nell’ultimo mese ha preso d’assalto supermercati e banche.

La latitanza e i colpi in serie

Ravanetti è stato individuato dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Genova grazie al motorino rubato con cui si muoveva in città e metteva a segno i suoi colpi: rifugiato a casa della compagna, una genovese di 40 anni residente in via Burlando, nel mese di agosto ha colpito almeno 4 volte, tutte rapine finalizzate a mantenere la latitanza. La prima, il 4 agosto, in un ufficio postale di Quarto, la seconda, il 10, in un supermercato Carrefour di largo XII Ottobre (dove è riuscito ad aprire le cassette di sicurezza fuggendo con 5mila euro e lasciando sulla scena la pistola scacciacani), e ancora, il 14 agosto è il turno di un altro Carrefour, in piazza Marsala, mentre il 16 prende di mira la filiale della banca Carige di via Burlando.

Tradito dal tatuaggio

In tutti i casi Ravanetti ha agito a volto scoperto, il tatuaggio sul collo chiaramente visibile (e ripreso dalle telecamere), in mano una pistola scacciacani con cui minacciava cassieri e impiegati: «Non avevo niente da perdere», ha risposto ai poliziotti che lo hanno fermato fuori da un bar di Di Negro, dove era andato con l’amica a bordo dello scooter con la targa “assemblata” che ha contribuito a tradirlo. Gli investigatori, che da settimane ormai avevano il suo identikit, lo hanno infatti fermato anche grazie al motorino: individuato nei pressi di piazza Manin, il Kymco grigio ha confermato la sua presenza in zona. Agli agenti non è rimasto altro da fare se non appostarsi nelle sue vicinanze e aspettare l’arrivo del 39enne.

L'arresto e la complicità della compagna

Al momento dell’arresto, avvenuto davanti a un bar di piazza Di Negro, Ravanetti aveva con sé una parrucca, mentre la compagna 40enne (pregiudicata per reati legati alla droga) custodiva nello zaino una pistola scacciacani. Nell’appartamento della donna gli uomini della Mobili hanno trovato gli abiti e gli effetti personali di Ravanetti, insieme con la cassetta di sicurezza sottratta al Carrefour di largo XII Ottobre e munizioni. 

I legami con la criminalità organizzata

La polizia al momento accusa Ravanetti dei colpi al supermercato di largo XII Ottobre e di quello alla banca Carige, mentre la donna è stata arrestata per favoreggiamento. Sugli episodi di piazza Marsala e di Quarto, invece, indagano i carabinieri, che hanno anche il compito di ricostruire il collegamento tra Ravanetti e i due uomini che lo scorso 22 luglio sono stati arrestati nei pressi di Forte Begato durante un controllo: Massimo Lombardo, 56 anni, e Sebastiano Colosimo, 59, entrambi legati alla ‘ndrangheta, viaggiavano a bordo di un’auto con due pistole illegali. Con loro c’era anche Ravanetti, che era riuscito a fuggire, e nel telefono di uno dei due erano stati trovati diversi messaggi indirizzati a Silvio Fiorillo, padre dell’ex portiere della Sampdoria, Vincenzo, a sua volta arrestato dopo il ritrovamento di un’altra arma.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Finisce la fuga del rapinatore tatuato: «Non avevo niente da perdere»

GenovaToday è in caricamento