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Cronaca

La rivolta degli insegnanti di sostegno del Tfa: "Sparita l'entrata in ruolo, il Governo faccia un passo indietro"

Caos in tutta Italia, circa 400 corsisti del Tfa VIII ciclo coinvolti tra Genova e Savona, le testimonianze: "Nessuna certezza per il futuro, così non viene garantita la continuità didattica agli studenti con problemi"

Si trovano in una situazione paradossale migliaia di insegnanti precari in Italia, e centinaia in Liguria, che stanno frequentando il corso abilitante per il sostegno (Tfa). Nel decreto Milleproroghe approvato nelle scorse settimane, infatti, è sparita la possibilità di ricorrere alla procedura straordinaria ex articolo 59, in base alla quale per tre anni si è attinto per l’immissione in ruolo dei docenti specializzati al sostegno. In questo modo i partecipanti al corso rischiano adesso di dover affrontare un nuovo concorso per sperare di uscire dal mondo del precariato e, finalmente, ottenere un posto fisso.  

Il cambio di regole 

Si tratta di docenti precari che, dopo aver terminato gli studi universitari, hanno svolto una procedura concorsuale per accedere al Tfa VIII ciclo, con una preselettiva, una prova scritta e una prova orale. Solo il 10% dei partecipanti è riuscito ad accedere al corso abilitante per il sostegno, con la consapevolezza che, al termine di un duro percorso (frequenza obbligatoria con lezioni infrasettimanali e nei weekend, esami e tesi che vanno ad aggiungersi al lavoro a scuola) avrebbero potuto ottenere un anno di prova e poi diventare insegnanti di ruolo. A differenza dei corsi precedenti, però, il cambio di regole deciso dal Governo ha frantumato tutte le loro certezze. Motivo per cui hanno cominciato a mobilitarsi in tutta Italia e, nei giorni scorsi, c'è stato anche un presidio davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito di Roma. 

Le testimonianze: "Dopo tanti sacrifici un futuro ricco di incognite"

GenovaToday ha raccolto le testimonianze di alcuni docenti genovesi che stanno vivendo questa situazione di grande incertezza. Sara D'Altani racconta: "Abbiamo passato tre fasi di un concorso due anni fa, dimostrando le nostre qualità. In quanto idonei abbiamo dovuto attendere per rientrare nei posti disponibili a Genova, ma le nuove procedure sembrano adesso averci beffato. Ci stiamo mobilitando perché, dopo tanti sacrifici, ci troviamo nuovamente con un futuro ricco di incognite. Tra Genova e Savona parliamo di circa 350/400 persone che si trovano in questa situazione, che in Italia ne coinvolge decine di migliaia. C'è stata una manifestazione a Roma - prosegue - ma di risposte concrete non ne abbiamo avute".

Esistenza precaria e mancanza di continuità didattica 

Al problema di un'esistenza precaria per gli insegnanti si aggiunge anche la mancanza di continuità dal punto di vista didattico per alunni con fragilità e problemi: "Si tratta di bambini e ragazzi che hanno bisogno di sostegno e attenzione - aggiunge Lorenzo Cagnolari, un altro docente che si trova in questa situazione - e servirebbero ancora più insegnanti, dal punto di vista del fabbisogno numerico, rispetto a quelli che il sistema è in grado di mettere a regime. Noi che stiamo frequentando il Tfa VIII ciclo non basteremmo a coprire tutta la domanda, eppure con questo cambio di procedure si rischia nuovamente di utilizzare persone non specializzate per coprire tutti i posti".

Sì, perché in caso di 'buchi' gli insegnanti di sostegno vengono inseriti attraverso le graduatorie Gps o tra coloro che hanno compilato la messa a disposizione a inizio anno: "E non è detto si tratti di insegnanti in grado di gestire alunni con problemi - sottolinea Francesca Falco, altra docente che sta frequentando il corso Tfa VIII ciclo - con i conseguenti problemi che vivono poi le famiglie coinvolte. In un sistema così precario, tra l'altro, diventa difficile anche per noi garantire la continuità didattica - aggiunge - perché a inizio anno si intraprende un percorso, si conquista la fiducia dei ragazzi, si crea un legame, ma senza avere la certezza di poter proseguire il lavoro anche negli anni successivi. Il continuo turn-over dei docenti penalizza le famiglie, molte delle quali hanno aderito alla nostra mobilitazione. I genitori, ma anche gli stessi alunni con i più svariati problemi, hanno bisogno di certezze e continuità, e soprattutto di una figura stabile con cui stabilire un rapporto di stima e fiducia". Aggiunge D'Altani: "Anche per vedere i miglioramenti con il passare del tempo, senza dover ogni anno ricominciare tutto da capo. Un problema che riguarda tutte le scuole, infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, e tutta Italia. Tutti noi stiamo facendo, e abbiamo fatto, grandi sacrifici per arrivare a questo punto".

"Nostre richieste legittime, il Governo faccia un passo indietro"

"Chiediamo solo il rispetto di quanto previsto all'inizio del nostro percorso nel Tfa - concludono i corsisti -, non è possibile che vengano cambiate le regole in corsa in questo modo. Riteniamo che le nostre richieste siano legittime, e chiediamo di avere la possibilità, anche per quest’anno, di usufruire della procedura straordinaria ex articolo 59".

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