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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Voltri / Via Voltri

Funzionario pubblico e fonderia indagati per rifiuti alla diossina

Profitto illecito per 3 milioni di euro. Chiusa l'inchiesta sul manager di Città Metropolitana e sulla S. Erasmo Zinkal. Le ceneri prodotte dall'azienda rivendute come sostanze non pericolose per evitare i costi di smaltimento

Vendevano rifiuti pericolosi spacciandoli per polveri non nocive ma le ceneri contenevano diossina. Tutto per risparmiare sui costi di smaltimento. Secondo i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) la società genovese "S. Erasmo Zinkal srl"  tra il 2013 e il 2018 avrebbe ricavato un utile illecito di tre milioni. I militari hanno concluso l'indagine preliminare sul trafffico di rifiuti pericolosi prodotti e venduti dalla fonderia genovese. Al termine dell'inchiesta la Procura di Genova ha indagato sei persone e attribuito la responsabilità amministrativa all'ente. Nel corso dell’indagine, durata quasi un anno, sono stati sequestrati anche i forni della Zinkal srl, poi restituiti oltre che ai guadagni illeciti.

Tutto ha inizio con un controllo effettuato da Arpal insieme con i carabinieri del Noe. Il risultato delle analisi di laboratorio non lascia dubbi: le ceneri, derivanti dal doppio sistema di abbattimento dei fumi in uscita dai forni fusori, invece di essere classificate come rifiuti pericolosi con codice CER 10.05.05* (rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi), venivano prima classificate come rifiuti non pericolosi con codice CER 10.05.04 (altre polveri e particolato) e, a partire dal giugno 2017, gestite addirittura come sottoprodotti.

Le analisi condotte da Arpal sulle ceneri hanno rilevato elevati valori di diossine non dichiarate dal produttore che, mandando a recupero i rifiuti come non pericolosi, ha violato anche il Reg. 850/2004/CE sulla distruzione dei rifiuti contenenti diossina.

Questa strategia evitava alla società di sobbarcarsi i costi di smaltimento e di avere illeciti profitti dalla vendita dei materiali.  I carabinieri hanno verificato ed accertato che centinaia di tonnellate di rifiuti sono stati inviati in impianti dell'Unione Europea e di paesi extra europei, in violazione del Reg. 1013/2006/CE sul trasporto dei rifiuti transfrontalieri come Germania, Polonia, Belgio, Austria, Paesi Bassi, Turchia, Stati Uniti, Giappone.
Coinvolto nei fatti anche il dirigente del settore ambiente della città Metropolitana di Genova che, secondo gli investigatori, sarebbe stato a conoscenza della natura dei rifiuti e ha consentito comunque con autorizzazione integrata ambientale la gestione dei rifiuti illecitamente classificati. Il dirigente anche di fronte alle evidenze analitiche circa il contenuto di diossine, non avrebbe adottato i necessari provvedimenti amministrativi.

L'ipotesi di reato a carico dei vertici aziendali e dei componenti dell’organismo di vigilanza, in concorso con il dirigente della città Metropolitana è di traffico illecito di rifiuti pericolosi.

Filippo Schiaffino, nella sua qualità di presidente e legale rappresentante della Società S. Erasmo Zinkal s.r.l. con sede a Genova/Voltri, precisa quanto segue:

  1. Non vi è alcun contenuto di diossina che superi i  limiti ammessi dalla legge nelle polveri provenienti dagli impianti di depurazione in dotazione alla scrivente.
  2. La nostra Società ha sempre agito nel rispetto più assoluto delle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dalla Provincia di Genova di poi Città Metropolitana.
  3. Le accuse mosse da Arpal e successivamente riprese da tale procuratore Stagno sono state artatamente costruite sulla base di false e falsificate prove e deduzioni che formeranno oggetto di una specifica denuncia penale con richiesta danni per oltre 10 milioni di euro.
  4. Parimenti sporgeremo immediata denuncia contro il vostro giornale on line per aver pubblicato un articolo anch'esso falso con ovvia richiesta di smentita e con valutazione degli importi da richiedervi a compensazione dell’ulteriore danno di immagine a noi arrecato.
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