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Cronaca Belvedere Vittorio Pertusio

Darsena: il degrado che avanza, l'allarme dei commercianti

Di giorno una normale pedana in legno lungo cui i turisti passeggiano, godendosi un po’ di relax, in direzione Museo del Mare o Acquario. Di notte, invece, il “Belvedere Vittorio Pertusio” diventa terra di nessuno

Genova - Di giorno una normale pedana in legno lungo cui i turisti passeggiano, godendosi un po’ di relax, in direzione Museo del Mare o Acquario. Di notte, invece, il belvedere Vittorio Pertusio diventa terra di nessuno. E se si osserva bene intorno alla zona, quella della Darsena, si potranno rinvenire i resti di quelle serate d’alcool e schiamazzi. «Bottiglie rotte, cartoni, cartacce, escrementi e cibo buttato per terra sono i “ricordi” che lasciano questi gruppetti di stranieri che rendono la pedana uno scempio - racconta Antonio Fratea, titolare del ristorante Da Toto, che ha deciso di fare da megafono per le attività della zona – vendono alimenti, si ubriacano, poi urinano sulle barche dei pescatori e dormono sotto il muretto vicino, da dove poi proviene un fetore nauseabondo. E tutto questo mentre i turisti, scesi dalle barche, girano alla ricerca di un ristorante». Ristoranti che a causa di queste problematiche hanno subito dei danni.

 

«Molti clienti storici lo hanno ammesso: non potendo arrivare con la macchina fin sotto le attività di ponte Morosini, preferiscono non attraversare il belvedere, dirigendosi verso altre zone», ha continuato il titolare. Tutto ciò nonostante un interevento del Comune. «La pedana è stata pulita e ristrutturata recentemente – ha ricordato il figlio Matteo Fratea – ma purtroppo le persone poco raccomandabili, che la usano come punto di ritrovo, non sono andate via. Sono state rimosse anche le panchine per evitare che le usassero come letti a cielo aperto, ma la situazione non è cambiata perché adesso dormono vicino al moletto delle barche. Pensando che nel fine settimana quella zona è attraversata da migliaia di persone, si capisce facilmente quale brutta cartolina venga offerta a chi visita la nostra città. Quando poi si riesce ad arrivare nella zona di ponte Morosini, dove ci sono molte attività fra cui la nostra, lo scenario cambia perché ci sono i guardiani e maggior illuminazione, ma è il tragitto che è pericoloso».

Si chiede un maggior controllo, ma si propongono anche soluzioni concrete. «In determinati fine settimana la Coldiretti organizza dei mercatini in quella zona – evidenza Antonio – il via vai delle persone e i banchetti animano la passeggiata e così problemi non ne nascono. Ci vorrebbe davvero poco per bonificare quell’area, basterebbe riportare un po’ di vita e i  disagi per le attività, di riflesso, cesserebbero».

Un’altra problematica che affligge la zona è, senza ombra di dubbio, la puzza di acqua stagnante lungo tutto il molo che arriva dal Galeone. Di questi miasmi l’amministrazione si era occupata già in passato, ma la situazione non sembra essere migliorata. «È una questione di scarico – conclude Antonio Fratea – non è semplice da risolvere, lo capisco, ma qualcuno provi a mettersi nei nostri panni: da una parte abbiamo un passaggio pericoloso e abbandonato, dall’altra i miasmi. È difficile lavorare in queste condizioni».

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